Conto alla rovescia per la prima edizione di Tipo Festival: dal 20 al 23 aprile con Turismo Industriale Prato quattro giorni tra fabbriche ritrovate, spettacoli, mostre, itinerari guidati in luoghi solitamente non aperti al pubblico, per conoscere da vicino il patrimonio industriale del più grande distretto tessile d’Europa. I tre spettacoli in programma sono a cura di Fonderia Cultart e Space: prevendite aperte su Ticketone. Si parte venerdì 21 aprile alle 21.30 da Officina Giovani in piazza Macelli con il concerto di Tredici Pietro e Lil Busso. Pietro Morandi, in arte Tredici Pietro, è un rapper classe ’97 di Bologna. Figlio d’ar te (il quarto di Gianni Morandi), sin da bambino si avvicina alla musica, in particolare al rap, componendo le prime rime durante le scuole medie. A Bologna conosce Mr. Monkey con cui instaura un rapporto di amicizia e collaborazione musicale. Nel 2018 esce il primo singolo Pizza e Fichi che da subito attira le attenzioni del grande pubblico e nel 2019 Assurdo, il suo primo progetto ufficiale, accompagnato dalle strumentali di Mr. Monkey, con un brano inciso assieme a Madame. Dopo l’uscita di altri singoli, nel 2021 è la volta di X Questa Notte, il suo secondo progetto prodotto da Andry the Hitmaker con le collaborazioni di Mecna, Nayt e Giaime. Anche Lil Busso, pseudonimo di Nicola Bussolari, è un rapper di Bologna, classe ’99. Nel 2020 esce Ipermetromondo, il suo primo album ufficiale, interamente prodotto da Mr. Monkey e con le collaborazioni di Tredici Pietro e Kaneki degli Psicologi. Ingresso 15 euro.
Sabato 22 alle 21.30 il festival fa tappa alle Marini Industrie in via Di Prato a Moontemurlo con lo spettacolo "Solo quando lavoro sono felice", di e con Lorenzo Maragoni e Niccolò Fettarappa in collaborazione con Teresa Vila, una produzione La Corte Ospitale, che ha conquistato con questa pièce la menzione speciale Forever Young 2022 "per la capacità di affrontare temi urgenti del contemporaneo, come il rapporto tra lavoro e felicità, con un linguaggio transgenerazionale condotto con lucidità drammaturgica e performativa". Sul palco una conversazione sul lavoro, sulla vocazione, sui soldi, sul capitalismo, sul tempo di vita e il tempo di lavoro, sui pranzi con se stessi, sulla disperazione. "Per la nostra generazione – dice Marangoni – i confini tra lavoro e vita sono sfumati: il nostro self è definito in buona parte dal lavoro che facciamo. E quello che facciamo, lo facciamo sempre, siamo operativi tutto il giorno, tutti i giorni. Dopo il precariato, la nuova frontiera tossica del lavoro corrisponde a uno stato continuo di autosfruttamento, difficile da riconoscere e da interrompere". Ingresso 15 euro.
Terzo appuntamento domenica 23 aprile alle 21 a Il Garibaldi: Giobbe Covatta in 6° (Sei gradi) racconta ciò che vedremo nel futuro, quando la temperatura media della terra sarà aumentata di uno, due, tre, quattro, cinque e sei gradi. I personaggi della pièce sono i nostri discendenti (figli, nipoti o pronipoti che siano) e avranno ereditato da noi il nostro patrimonio economico, sociale e culturale, ma anche il mondo nello stato in cui lo avremo lasciato. Ma come sarà il mondo in futuro? Il comico napoletano se lo è chiesto: modelli matematici applicati all’ecologia creati con basi scientifiche ci fanno pensare che i nostri discendenti avranno seri problemi e si dovranno adattare a (soprav)vivere in un pianeta divenuto assai meno ospitale, se non cercheremo di risolvere i problemi dell’ambiente, della sovrappopolazione e dell’energia sin da oggi. Certo l’uomo non perderà il suo ingegno e Giobbe si diverte ad immaginare le drammatiche e stravaganti invenzioni che metteremo a punto per far fronte ad una drammatica emergenza ambientale e sociale. In "6°" comicità, ironia e satira si accompagnano alla divulgazione scientifica sui grandi temi del nostro secolo: sostenibilità del pianeta e delle sue popolazioni. Ingresso 20 euro, 25 con diritti di prevendita.