Laura Natoli
Cronaca

In carcere la donna che ebbe un figlio dallo studente. La Cassazione conferma la condanna

La 34enne di Prato deve scontare sei anni e mezzo, ne ha già passato uno ai domiciliari. Il bambino adesso ha 5 anni

L'avvocato Alfano, difensore della donna (foto Attalmi)

Prato, 24 ottobre 2023 - E' arrivata l'attesa sentenza della Cassazione che ha messo la parola fine al caso della donna pratese, oggi 34 anni, che ha avuto un figlio dal ragazzino a cui dava ripetizioni. I giudici della Suprema Corte hanno confermato la sentenza di Appello che ha condannato la donna a sei anni, cinque mesi e 15 giorni di reclusione per violenza sessuale su minore di 14 anni e atti sessuali con minore. Una doccia fredda per la donna che, forse, avrebbe sperato in una riduzione della pena se fosse stato accolto il ricorso del suo legale, Mattia Alfano, che ha puntato su una ricostruzione diversa dei fatti posticipando l'inizio della relazione fra i due.

La Cassazione ha però confermato l'impianto accusatorio della Procura. Per lei si aprono adesso le porte del carcere, essendo la sentenza definitiva. "Sta andando ora a costituirsi in carcere", ha detto l'avvocato Alfano. La donna ha già fatto un anno ai domiciliari, periodo che verrà scalato dal conteggio finale. Avendo un bambino al di sotto dei dieci anni, potrà ottenere i domiciliari quando avrà scontato almeno un terzo della pena. Calcolo che però verrà definito nei prossimi giorni.

I fatti risalgono all'estate del 2017 quando la donna faceva lezioni di inglese al ragazzino, che all'epoca non aveva ancora compiuto 14 anni, per prepararsi all'esame di terza media.Il figlio è nato nell'agosto del 2018. Lo scandalo è esploso a inizio 2019 quando la mamma del giovane si è resa conto di quello che stava accadendo e ha presentato denuncia. E' stato l'esame del dna svolto durante le indagini a confermare la paternità del piccolo.

Il bambino, che ora ha 5 anni, è stato riconosciuto dal marito della donna (i due hanno insieme un altro figlio più grande). L'uomo era finito a processo per alterazione di stato civile per aver riconosciuto il bambino pur sapendo che non era suo. Condannato in primo grado, è stato poi assolto in Appello.

"Le sentenze si rispettano – dice l’avvocato Mattia Alfano, difensore della donna – e come tale rispetto anche questa. Mi auguro che per questi ragazzi che hanno bisogno di una mamma lei possa uscire quanto prima seguendo i percorsi dedicati alle mamme a cui si aprono le porte del carcere”.