REDAZIONE PRATO

Fine anno con rincari. Lavorazioni tessili, pesa il caro energia. Bollette del 30% in più

L’allarme di Giagnoni (gruppo Nobilitazione Confindustria Toscana Nord) "Aggravi per energivore e gasivore da condividere con la filiera e i brand".

Tempi duri per le aziende energivore e gasivore: rincari sotto l’albero di Natale

Tempi duri per le aziende energivore e gasivore: rincari sotto l’albero di Natale

Il 2024 si chiude con il riaffacciarsi di uno spettro per le aziende del tessile-abbigliamento: l’incremento dei costi è dovuto in particolare dai prezzi lievitati di gas ed energia elettrica. Fronti con i quali certe tipologie di lavorazioni devono da sempre fare i conti, in particolare quelle ad alta intensità di manodopera, le gasivore e le elettrivore.

Per quanto riguarda la bolletta energetica, il prezzo del gas metano è in questo ultimo scorcio del 2024 in sensibile aumento, come fanno sapere da Confindustria Toscana Nord: con riferimento alla sola materia prima, la media del primo semestre è stata intorno a 0,33 euro al metro cubo, quella del secondo semestre è ad ora 0,43 euro. Guardando più indietro nel tempo, il quadro è più clamoroso: da fine 2019 a settembre 2021, prima dell’esplosione dei costi, le imprese hanno pagato mediamente il gas 0,20 euro al metro cubo. Anche l’energia elettrica ha subito aumenti consistenti, colpendo tutte le imprese che hanno macchinari: se nel primo semestre 2024 la media di un megawattora era intorno ai 93 euro, nel secondo semestre siamo a oggi al di sopra dei 120 euro. Per gas metano ed energia elettrica gli aumenti per le imprese sono in questi ultimi mesi del 2024 dell’ordine del +30% rispetto alla prima metà 2024. A farne le spese sono principalmente, appunto, le aziende energivore e gasivore.

"Caratteristiche, queste, che si concentrano in maniera particolare nelle imprese di nobilitazione, che riuniscono in sé tutti e tre questi fattori – osserva Filippo Giagnoni, coordinatore del gruppo Nobilitazione e lavorazioni tessili della sezione Sistema moda di Ctn –. Anche altre lavorazioni e tutte le imprese del settore risentono pesantemente degli aggravi, ma nell’insieme della filiera rifinizioni e tintorie sono le più colpite dagli incrementi".

Da non sottovalutare l’altra voce che contribuisce ad aumentare l’aggravio di costi: il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per il settore tessile-abbigliamento moda, che prevede incrementi retributivi e nuovi strumenti di welfare. L’aumento complessivo per il prossimo triennio ammonta a regime per il 4° livello a 200 euro, la cui prima tranche di 95 euro ricade sugli stipendi di dicembre 2024. Entro il 31 dicembre dovranno essere corrisposti strumenti di welfare pari a 200 euro, uguali per tutti i livelli. Per le imprese delle fasi di tintoria e nobilitazione, quelle che nella filiera pratese annoverano mediamente il maggior numero di dipendenti, si tratta di esborsi molto consistenti che si collocano in un momento in cui la moda vive una situazione delicata.

"Gli aggravi che si sono già abbattuti e che si abbatteranno sulle nostre imprese rappresentano un onere che deve essere vissuto come tale da tutta la filiera, inclusi i brand della moda che si riforniscono a Prato – commenta Giagnoni –. Le nostre aziende devono farsi carico per la propria parte degli investimenti necessari per rendere i processi più moderni ed efficienti attraverso la digitalizzazione, per migliorare sempre più le prestazioni in termini di sostenibilità e riduzione d’impatto ambientale così da rispondere a quanto richiedono le normative e il mercato". Giagnoni annuncia che "insieme agli altri colleghi di sezione stiamo portando avanti un programma di acquisizione di informazioni e di riflessione interna per attrezzarci al meglio e affrontare questo momento di transizione del settore".

Sa.Be.