Firenze-mare più larga. Partono gli espropri per la terza corsia ma i lavori sono lontani

Duecento lettere ai proprietari di terreni che servono per l’opera. Subito proteste: "Cifre irrisorie e si passerà troppo vicino alle case". La società assicura che le valutazioni saranno riviste in seguito

Operai al lavoro in un cantiere in una immagine d’archivio

Operai al lavoro in un cantiere in una immagine d’archivio

Prato, 9 marzo 2024 – Sono arrivate duecento lettere nelle case dei cittadini pratesi proprietari di terreni interessati dalla realizzazione della terza corsia dell’A11, lettere con la comunicazione dei decreti di esproprio. E subito sono partite le polemiche. Le indennità vengono definite "irrisorie" dal comitato "In mezzo a un’autostrada" che attacca Autostrade di voler portare avanti un’opera in deroga rispetto alle distanze minime dalle abitazioni. "Un’opera obsoleta e dannosa, che disperde risorse per il traffico su gomma, mentre la giunta Biffoni firma patti per la neutralità climatica", punge il comitato.

Da fonti romane comunque l’arrivo delle lettere di esproprio non significa che la partenza dei lavori per l’ampliamento dell’A11 sia alle porte. Anzi, una data per la partenza del primo lotto, quello che interessa il tratto fra Firenze e Prato, ancora non c’è. Sempre da Roma, inoltre, chiariscono che le cifre riportare nei decreti di esproprio si basano sui minimi tabellari di legge e che successivamente saranno riviste in base a specifici parametri territoriali.

Tornando alla presa di posizione del comitato, gli aderenti al movimento di cittadini, per lo più di Cafaggio, spiegano di essersi sentiti "ben poco tutelati in questi anni dall’amministrazione comunale, che come compito dovrebbe salvaguardare salute e sicurezza pubblica, oltre che dare seguito concreto alla conversione ecologica e alla mobilità sostenibile, non limitandosi ad accordi solo sulla carta, come il carbon neutral city". Secondo il comitato "il Comune di Prato non ha saputo far altro che chiedere come compensazione l’allargamento del Ponte Lama, senza neppure riuscire a completare le richieste con la realizzazione del sottopasso del Soccorso, o ancora senza prima chiedere la messa a norma delle barriere anti-rumore e il rispetto dei limiti di sicurezza".

Il comitato nella propria lettera di contestazione all’ampliamento dell’A11 tocca anche i temi dell’inquinamento e delle barriere anti-rumore: "Prato come larga parte della Piana è fra le zone più inquinate d’Italia – aggiungono gli esponenti –. Le poche barriere realizzate parzialmente nei decenni, così come quelle previste dal progetto di ampliamento, non sono dotate infatti di tettoie in grado di contenere le polveri sottili. Questo a causa di un taglio dei costi a discapito della popolazione. Ancora peggio però è la deroga accordata in Conferenza dei Servizi e quindi anche dallo stesso Comune di Prato ad Autostrade Spa relativa al rispetto delle distanze di sicurezza, solitamente indicate in almeno 30 metri di distanza da abitazioni in zona edificata, mentre in questo progetto le corsie saranno a ridosso degli edifici con evidente rischio per persone e cose. Oltre al danno, infine, ora c’è anche la beffa degli espropri e quindi dell’ulteriore pregiudizio alla vivibilità e ad un’abitazione dignitosa".

Sdb