REDAZIONE PRATO

Firme false sul testamento. Avvocato ancora nei guai

Federico Dabizzi, fiorentino di 59 anni, è stato interdetto dalla professione per 8 mesi. Arrestata badante che si voleva impossessare dei beni dell’anziana.

Le indagini sono state seguite dalla polizia giudiziaria della polizia municipale

Le indagini sono state seguite dalla polizia giudiziaria della polizia municipale

Un avvocato fiorentino interdetto dalla professione per otto mesi, a partire dal 9 ottobre scorso, e una donna di origine brasiliana arrestata: sono le misure cautelari disposte dal gip di Prato nell’ambito di un’inchiesta della procura pratese relativa ad alcune firme apocrife di un’anziana signora che sono state apposte su un testamento olografo e su una richiesta di revoca espressa da parte della stessa pensionata di un precedente testamento pubblico, poche ore prima del suo decesso. Secondo l’accusa, l’avvocato, Federico Dabizzi, 59 anni, assistito dagli avvocati Federico Febbo e Costanza Malerba, e la badante si sarebbero accordati per raggirare l’anziana, affetta da diverse patologie, con lo scopo di entrare in possesso del suo patrimonio. Si tratta della seconda misura cautelare nei confronti dell’avvocato fiorentino emessa nel giro di un paio di mesi.

Per il legale già il 9 ottobre scorso era scattato il divieto di esercitare la professione per sei mesi per aver istigato, questa l’accusa formulata dalla procura pratese, due testimoni a rendere false dichiarazioni al pm "consistenti nel fornire la versione non veridica di aver visto" la stessa anziana signora "firmare autonomamente un testamento olografo, quando invece la stessa era impossibilitata a farlo".

In particolare, come spiega una nota diffusa dal procuratore di Prato Luca Tescaroli, la nuova misura interdittiva è stata disposta perché il legale avrebbe fornito consigli tecnici alla donna arrestata e autenticato le firme apocrife dell’anziana signora apposte sul testamento olografo e sulla richiesta di revoca del precedente testamento pubblico. Alla donna arrestata è stato contestato il concorso nello stesso reato ipotizzato per il legale e anche l’accusa di falso per induzione essendosi qualificata falsamente come tutrice legale dell’anziana con i sanitari del 118 intervenuti per soccorrerla a casa. Le indagini sono seguite dalla polizia municipale.