REDAZIONE PRATO

Fisioterapia impossibile. Nessuna data per Prato: "Solo Siena o Arezzo"

Una 57enne ha tentato di fissare il ciclo di sedute con il servizio sanitario nazionale. "Ricerche vane. E’ possibile solo facendo molti chilometri".

Un medico a colloquio con una paziente (foto d’archivio)

Un medico a colloquio con una paziente (foto d’archivio)

La fisioterapia per "la rieducazione motoria" di una spalla fratturata può attendere. O almeno per i tempi del servizio sanitario pubblico nazionale: tempi dilatati, anzi neppure programmabili, nell’area di residenza e comunque dell’Asl Toscana centro, e destinazioni bizzarre per chi non può mettersi alla guida e raggiungere le prestazioni in altre province toscane, quali Arezzo e Siena.

"È quanto sto riscontrando da quando l’ortopedico dell’ospedale Santo Stefano, un professionista molto valido, mi ha prescritto la ricetta per dieci sedute di fisioterapia per la spalla – racconta una 57enne pratese – Il 28 dicembre dello scorso anno a causa di un infortunio per un marciapiede dissestato ho riportato la frattura del trochite omerale sinistro. Al secondo controllo all’ospedale Santo Stefano, l’ortopedico mi ha prescritto una ricetta per effettuare la rieducazione motoria individuale compresa valutazione iniziale finale per un totale di 10 sedute. Un ciclo di mobilizzazione passiva assistita. La ricetta datata 29 gennaio al momento non ha trovato nessun esito positivo. Prima ho fatto tentativi tramite il Cup on line poi mi sono rivolta allo sportello Cup presso un’associazione. Sono state tutte vane le ricerche: la risposta è sempre stata la medesima. Uniche destinazioni possibili per svolgere riabilitazione con il sistema sanitario nazionale, a cui ciascun cittadino contribuisce con le proprie tasse, sono Arezzo e Siena".

Il che vuol dire dover macinare chilometri e chilometri per 10 sedute di riabilitazione indispensabili per riprendere l’uso dell’arto e per poter tornare ad una vita normale. "In una regione in cui la sanità è sempre stata fiore all’occhiello, trovare una risposta del genere è abbastanza sconfortante e deludente: non tutti hanno la possibilità di rivolgersi a strutture private per svolgere sedute fisioterapiche necessarie per la riabilitazione. Che cosa può succedere a persone più fragili, più anziane o con difficoltà economiche? Probabilmente si vedono costrette ad attendere mesi e mesi oppure proprio a rinunciare a certe cure". Il personale del Cup allarga le braccia e non sa che cosa dire di fronte a tale responso sempre uguale dal 29 gennaio. A noi tocca altro che riprovare di nuovo sperando di essere più fortunati, come recitava la carta che avvolgeva certe gomme e caramelle sfuse di anni fa. Ma il diritto alla salute non è questione solo di fortuna, è un diritto tutelato dalla Costituzione.