REDAZIONE PRATO

Fiumi di denaro sporco. I soldi dell’evasione fiscale erano ripuliti a San Marino . Tre pesanti condanne

Nove anni di reclusione a padre e figlio che ricevevano le somme per immetterle nel circuito bancario e spedirle in Cina. Otto anni all’orientale titolare del money transfer che raccoglieva i contanti. Disposta la confisca di 4 milioni.

La guardia di finanza di Firenze ha seguito le indagini coordinate dalla procura di Prato. Ci sono voluti 16 anni prima di arrivare alla sentenza di primo grado

La guardia di finanza di Firenze ha seguito le indagini coordinate dalla procura di Prato. Ci sono voluti 16 anni prima di arrivare alla sentenza di primo grado

Tre maxi condanne per fatti, a dire il vero, parecchio vecchi (2008-2009). Sono quelle che sono state inflitte dal collegio dei giudici di Prato il 19 luglio scorso (ma che solo ieri sono state rese note ) nei confronti di Luciano e Lorenzo Cardelli, padre di 75 anni e figlio residenti a San Marino, e Shengwei Hu, 41 anni. I primi due sono stati condannati a ben 9 anni di carcere mentre il cinese a otto. Tutti dovevano rispondere del riciclaggio di circa quattro milioni di euro. Inoltre, i Cardelli, titolari di una società fiduciaria, dovranno pagare una multa di 10.000 euro ciascuno mentre il cinese, amministratore di fatto di un’agenzia di money transfer di Sesto Fiorentino, a 8.000 euro per il riciclaggio dei proventi dell’attività imprenditoriale.

Si tratta di una costola del famoso procedimento sui money transfer, che andava avanti da 16 anni, per il quale l’aggravante del metodo mafioso era caduto durante l’udienza preliminare. I reati, provento dell’illecita ricchezza, sono stati individuati, in parte, nelle false informazioni per eludere gli obblighi di adeguata verifica della clientela, commesso dagli esecutori dei trasferimenti del denaro frazionato, e, in parte, nelle condotte degli imprenditori cinesi che operavano in violazione delle normative in materia doganale di importazione, commercio, produzione di materie e di merci, di tutela e sicurezza sul lavoro e igiene alimentare, oltre all’evasione fiscale.

Il tribunale di Prato ha, poi, disposto – su richiesta della procura – oltre alla confisca del denaro e dei beni già in sequestro, la confisca per equivalente di denaro, beni e altre utilità fino a quattro milioni di euro. "La vicenda si colloca nel sistema di criminalità cinese, radicato sul territorio pratese", spiega il procuratore Luca Tescaroli anche se il reato di associazione per delinquere è stato dichiarato prescritto. Le indagini, condotte dal nucleo di polizia finanziaria della Guardia di finanza di Firenze, hanno accertato il trasferimento di rilevanti importi di denaro in contante, raccolti attraverso l’attività di una rete di sub-agenzie di money transfer, dislocate su tutto il territorio nazionale, la maggior parte dei quali di provenienza illecita. I soldi poi venivano inviati verso la Cina in più rimesse alla volta, attribuendone fittiziamente la titolarità a cittadini cinesi ignari o

inesistenti. Gli illeciti si sono consumati soprattutto tra Sesto Fiorentino e in Borgo Maggiore (nella Repubblica di San Marino), dal 2008 al 2009. I primi illeciti sono stati riscontrati su Prato. L’amministratore di fatto dell’agenzia di money transfer a Sesto, si occupava di portare materialmente il denaro ai Cardelli, i quali lo ripulivano attraverso il sistema bancario della Repubblica di San Marino, trasferendolo in Cina.

Le posizioni di altri imputati minori, non inseriti nel meccanismo del riciclaggio di San Marino, sono state prosciolte per prescrizione e con sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste dai reati di appropriazione indebita aggravata e riciclaggio, di contrabbando, truffa aggravata e furto aggravato.

L.N.