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I due Robocam qui quando erano nello sgabuzzino all’Anfiteatro di Santa Lucia
Prato, 2 marzo 2025 – Da Ufo Robot a Uffa i Robot è un attimo. La storia di un flop, quella dei due Robocam acquistati sette anni fa dalla giunta Biffoni, è tornata attuale in consiglio comunale giovedì con l’interrogazione del capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Cocci: che fine hanno fatto i due robottini presentati in pompa magna nel marzo 2019 e che dovevano sorvegliare le ciclabili e il parco fluviale di via Firenze? Prepensionati, prima ancora di iniziare il lavoro. Non è storia nuova: negli anni più volte l’opposizione è tornata a battere il dolente tasto. Ma di fatto sono passati anni dall’acquisto e i due ’umanoidi’ sono ancora inattivi. Parcheggiati prima in uno sgabuzzino all’Anfiteatro di Santa Lucia, tra le granate come un aspirapolvere qualsiasi, per poi essere trasferiti al Pin. Di fatto reperti ’archeologici’ nel mondo dell’innovazione dove il tempo segue un’altra velocità, fast and furious: dopodomani sarà il nostro avatar a fare la spesa per noi.
Batte sui soldi gettati al vento, il consigliere Cocci: “I due robottini dovevano monitorare in autonomia la pista ciclabile e interagire con la cittadinanza – ricorda – Ma nonostante le grandi promesse iniziali, questo progetto si è velocemente trasformato in una costosa delusione per la nostra comunità, accumulando una serie di disastrosi fallimenti. Tutto al modico prezzo di 170mila euro, di cui 100mila sborsati dalla Regione Toscana e 70mila dal Comune di Prato”. Non proprio bricioline per un progetto ’fantascientifico’ naufragato nel tragicomico. Più Fantozzi che Asimov, insomma.
“I Robocam, inizialmente lanciati come guardiani autonomi della ciclabile di Prato, promettevano di rivoluzionare la sicurezza – ricorda il capogruppo di FdI – Poi la realtà ha preso il sopravvento: si sono rivelati incapaci di operare sotto la pioggia e potevano essere messi in funzione soltanto sotto la guida di un operatore”. Insomma, potevano funzionare accompagnati. E preferibilmente con un ombrello a portata di mano.
Nelle intenzioni i due Robocam dovevano girellare da giugno a dicembre lungo la ciclabile di via Firenze, come un ’grande fratello’ mobile, grazie alle telecamere nella ’pancia’ collegate a municipale e a forze dell’ordine. Nulla di tutto questo. E gli anni sono passati. Ora si trovano al Pin, continua Cocci, dove “come confermato dall’assessore Biagioni in consiglio, rimangono inutilizzati, in attesa che la stessa amministrazione decida di investire risorse per il loro sviluppo”. Un progetto, per Cocci, “che ha prosciugato fondi pubblici senza restituire alcun beneficio tangibile alla comunità. Quei soldi avrebbero dovuto essere indirizzati verso servizi e infrastrutture che offrissero benefici concreti e immediati ai cittadini di Prato. Fossero stati soldi del Pd li avrebbero gestiti così?”.
Insomma, la domanda ora è: cosa farne adesso dei due robottini acquistati dalla giunta Biffoni e frutto di una sperimentazione ormai datata? L’assessore alla Transizione ecologica Marco Biagioni, in consiglio, ha risposto che le strade sono due, di fatto: “Bisogna decidere se continuare a sviluppare questo tipo di software chiedendo al Pin o altri enti se vogliono farci uno studio sopra per poterli utilizzare in qualche modo, oppure no. Va aperta una riflessione, visto che abbiamo questi dipositivi che però – sottolinea – sono stati sviluppati sette anni fa”. Sette anni sono ere geologiche sulla linea del tempo delle tecnologie. L’altra strada: “Darli ad altri enti che possano farci ulteriori studi, utili magari alla fruizione di dispositivi simili”. Chissà. Resta il fatto che questi robottini da 170mila euro per anni sono rimasti inutilizzati. E a dirla proprio tutta, a guardarli, nella foto che li ritrae nell’anfiteatro di Santa Lucia, fanno quasi tenerezza, con quegli occhioni spalancati sulla fissità. Loro che si erano illusi, non dico di trasformarsi in “un razzo missile con circuiti di mille valvole che tra le stelle sprinta e va”. Ma almeno di fare un viaggetto sulle ciclabili, quello sì.