REDAZIONE PRATO

"Forno crematorio? Mancano regole precise, rischi per la salute"

Nel mirino degli ambientalisti l’emissione di sostanze pericolose: "Impianto del tutto ingiustificabile"

Nemmeno il tempo di incassare il sostegno di Fratelli d’Italia che il fronte del no al tempio crematorio fa subito nuovi proseliti. Stavolta a dirsi contrari all’ipotesi di realizzare in via Galcianese, nel cimitero privato della Misericordia, il primo forno della città è l’Osservatorio Ambientale di Prato. "Durante il dibattito che si è aperto sulla stampa nessuno ha evidenziato i correlati rischi per la salute di tutti i cittadini indipendentemente dalla sua localizzazione e da chi lo andrebbe a gestire", spiegano dall’Osservatorio. "Questi impianti sono degli inceneritori a tutti gli effetti e rilasciano in aria le sostanze nocive tipiche delle combustioni. A differenza degli inceneritori, però, i forni crematori sono regolati dalla legge 1302001 che rimanda all’emanazione di uno specifico provvedimento interministeriale in materia che ancora non è stato varato. Non esistono pertanto delle regole precise a cui attenersi sia per le caratteristiche dell’impianto che per la gestione ordinaria del suo funzionamento". Alla luce di questo vuoto normativo l’Osservatorio Ambientale di Prato ritiene i tempi crematori "molto più esposti al rischio di emissioni di sostanze pericolose in atmosfera". "Se negli inceneritori è previsto il mantenimento di una temperatura dei fumi costantemente superiore a 850 gradi per ridurre il rischio di diffusione di diossine in atmosfera - proseguono - nel caso del crematorio tale condizione non è possibile da realizzare perché l’impianto deve essere spento per poter consentire il recupero delle ceneri. Ne consegue che nelle fasi di accensione e spegnimento dell’impianto l’abbassamento della temperatura dei fumi consente di liberare in atmosfera sostanze altamente inquinanti e cancerogene". Dall’Osservatorio Ambientale arriva quindi una sonora bocciatura sia alla soluzione della Misericordia, che più in generale verso qualsiasi altro progetto che possa colmare la mancanza a Prato di un forno crematorio. "Sarebbe totalmente ingiustificabile un ulteriore impianto di cremazione nella Piana in aggiunta a quelli di Firenze e Pistoia", concludono.

"Si parla di disagi per i cittadini che devono attendere uno o due giorni per poter cremare i propri defunti, ma non si dice che la vera ragione del contendere ha origini senza alcun dubbio di ordine economico come dimostrato dal dibattito e dagli scontri che ci sono attualmente sui media fra gli operatori del settore".