Rafforzare gli organici di tribunale e forze dell’ordine. Lo ha chiesto il procuratore Luca Tescaroli mercoledì, a margine della conferenza stampa durante la quale ha presentato i risultati delle indagini condotte sulla tragedia avvenuta nel deposito Eni di Calenzano, tornando a puntare i riflettori sul palazzo di giustizia: "Gli uffici giudiziari pratesi sono in grave sofferenza, sono inadeguati, sotto il profilo numerico, a rendere giustizia a un territorio complesso come quello pratese". In procura ci sono otto magistrati sui nove previsti dalla pianta organica, e tre presto saranno trasferiti. Tescaroli ha ricordato che il tribunale "ha solo tre gip che lavorano in una situazione di grande sofferenza per far fronte a tutte le richieste. Uno di questi tre magistrati sarà inevitabilmente impegnato nell’incidente probatorio richiesto dalla procura per il caso di Calenzano". Un appello deciso e indirizzato alle sedi istituzionali competenti affinché si facciano portavoce di queste esigenze.
Le parole del procuratore hanno fatto centro. Le reazioni politiche, intanto, sono arrivate. Vedremo poi se arriveranno anche le soluzioni. La sindaca Ilaria Bugetti rilancia l’allarme e tira per la giacca il centrodestra: "Come ha ben sottolineato il magistrato i sei poliziotti e i nove carabinieri arrivati in città recentemente sono semplici sostituzioni, non incrementi degli organici. Non c’è niente di cui vantarsi dunque. Sono contenta che da Roma arrivino commissioni parlamentari specifiche per conoscere le nostre criticità – continua (la commissione antimafia sarà il 4 aprile a Prato) – Chiedo solo che al ritorno nella capitale si agisca prendendo decisioni serie sugli strumenti da dare agli organi dello Stato per fare il proprio dovere, altrimenti le armi sono e resteranno spuntate". E se la sicurezza sul fronte della pericolosità criminale del territorio si combatte con uomini e mezzi adeguati, la sicurezza sul lavoro e i guai del distretto illegale si combattono con gli ispettori del lavoro. E anche qui, il piatto (pratese) piange. "Al mio insediamento, con un appello a tutti i parlamentari di zona, ho chiesto una dotazione straordinaria di ispettori del lavoro per affiancare i controlli dell’Asl e della Polizia municipale. Non ho ancora ricevuto una risposta chiara e concreta. Eppure sento il centrodestra riempirsi la bocca di lotta allo sfruttamento lavorativo. Dimostrino con i fatti l’attenzione per Prato. Fatti strutturali, non spot. Le parole di Tescaroli siano un faro. Sempre, non solo quando fa comodo". Dello stesso tenore il discorso del deputato del Pd Marco Furfaro: "Il governo racconta una realtà parallela mentre la nostra città affronta sfide enormi con risorse inadeguate".
La deputata di Fratelli d’Italia Chiara la Porta rispedisce le accuse al mittente: ma quali spot, siamo qui a cercare di rimediare ai disastri del centrosinistra, è il succo del discorso. Parte dal capitolo ispettori. "Forse la sindaca non ricorda che nel Jobs Act di renziana volontà, ed è un esempio su tutti, è prevista una norma che prevede il ruolo ad esaurimento per gli ispettori del lavoro: al momento del pensionamento, non è prevista alcuna sostituzione. Oggi quindi il governo è costretto a sanare questo sistema capzioso, e lo sta facendo impegnandosi per il potenziamento di concorsi e di assunzioni". "Altrettanti scenari frutto di mala gestione, riguarda la carenza attuale di organici nelle forze dell’ordine; nella complessità del contesto, l’esecutivo sta impegnandosi pancia a terra per un rafforzamento, ereditando il numero esiguo di concorsi proposti durante i precedenti governi", continua La Porta. "Vedere la sindaca così nervosa e infastidita proprio oggi mi preoccupa – punge la deputata di FdI – Mi sarei infatti aspettata non un plauso, ma certo che fosse quantomeno rasserenata dalla notizia dell’arrivo della commissione antimafia il 4 aprile, per la prima volta, a Prato. Evidentemente, questa attenzione da parte di una commissione che si occupa, nello specifico, del sistema mafioso cinese che corrompe il nostro territorio da anni, potrebbe invece aver sortito l’effetto opposto...".
m. c.