SILVIA BINI
Cronaca

Francesco Nuti, il ricordo di Narnali. "Belle donne e successo, ma quando tornava qui era solo il nostro Cecco"

I primi calci al pallone nel giardino della parrocchia, le partite a biliardo e lo storico negozio di parrucchiere del padre dove è cresciuto Il circolo Grassi oggi affiggerà uno striscione. "Qui è crescuiuto"

Francesco Nuti

Prato, 14 giugno 2023 – Ci sono due mazzi di fiori bianchi davanti al negozio di barbiere di proprietà del padre Renzo, al civico 472A di via Pistoiese, nella bottega dove Francesco Nuti ha passato la sua infanzia, l’adolescenza e tutta la sua vita fino a quel maledetto giorno del 2006, quando un grave incidente domestico lo ha costretto prima in coma e poi su una carrozzina.

A portare avanti l’attività iniziata da Renzo Nuti oggi c’è Salvatore Saccomando, che con Nuti è cresciuto a pane e risate. "Per me non è mai stato il grande attore, per me è sempre stato Francesco. Finché ha abitato a Prato non c’è stato giorno in cui non sia venuto in negozio. Questa è la sua casa, qui è cresciuto, per lui il negozio del padre è sempre stato intoccabile", dice Saccomando, che dopo essere stato giovanissimo garzone di bottega ha rilevato l’attività del padre di Nuti.

Alle pareti è un puzzle di fotografie e poster dei film di Cecco. Nuti con la squadra di calcio, Nuti in famiglia, Nuti con le grandi attrici. Sulle pareti di quella bottega di via Pistoiese, che sembra ferma nel tempo, c’è tutta la storia del regista e dell’uomo. Una volta usciti dal negozio sembra di averlo quasi conosciuto, tanti sono i ricordi.

"Per me era come un fratello, tutti gli volevano bene. È cresciuto qui e oggi non c’è più, è davvero un grandissimo dolore", aggiunge Saccomando. Non importa se grazie a Nuti ha pettinato Ornella Muti e conosciuto Clarissa Burt o Isabella Ferrari, quello che contava per loro due due, compagni di una vita, era solo l’amicizia.

«Nuti? È sempre rimasto lo stesso, quando veniva a Narnali se passava uno che lo conosceva e non lo salutava era lui ad andargli incontro per scambiare qualche parola", ricorda Marco Bresci, uno degli amici del circolo Renzo Grassi di Narnali. "Giocava a calcio e come gli piaceva, era anche bravo. Un po’ troppo magrolino, ma sapeva tirare al pallone", dice. E quante partite a biliardo nel retro del circolo: "Il biliardo era la sua passione, abbiamo fatto tante sfide qui", aggiunge Sauro Guarducci. "Era un ragazzo vivace, comico, allegro. Quando arrivava aveva sempre una battuta pronta. Ci faceva divertire", aggiunge Giuseppe Cocchi.

«Quando lo abbiamo rivisto dopo l’incidente è stato un po’ strano. Mi è dispiaciuto quanto gli era accaduto, ma al circolo veniva comunque sempre a prendere il gelato e per noi andava bene".

Gli anni dei calci al pallone tirati nel giardino della parrocchia di Narnali, gli anni passati a giocare a biliardo al circolo Grassi, gli anni in cui prendeva vita il sogno del giovane Nuti di voler essere un attore e regista: "Il babbo sperava che seguisse le sue orme di parrucchiere, ma lui non voleva. Anche nel tessile, nonostante il diploma al Buzzi, non ha mai lavorato. Nuti era brillante aveva qualcosa in più degli altri e lo ha dimostrato", aggiunge Guarducci.

Narnali è Francesco Nuti, lui ormai fa parte del paese, è cresciuto con quanti oggi ne parlano con affetto e non hanno dimenticato un solo attimo di quell’infanzia felice quando via Pistoiese era fatta di poche case, la parrocchia e il circolo che oggi in memoria del suo figlio più celebre affiggerà alla facciata un grande striscione con una foto e la scritta: "Ciao Francesco".

Silvia Bini