![Per il chitarrista, direttore d’orchestra e insegnante 50 anni di carriera "Cecco all’Ariston per la paura non voleva cantare. Lo calmammo la Caselli e io. Ivano: suonare per lui un’esperienza meravigliosa". Per il chitarrista, direttore d’orchestra e insegnante 50 anni di carriera "Cecco all’Ariston per la paura non voleva cantare. Lo calmammo la Caselli e io. Ivano: suonare per lui un’esperienza meravigliosa".](https://www.lanazione.it/image-service/view/acePublic/alias/contentid/MWVmZmRmYzYtYzEzYi00/0/galardini-che-musica-dieci-volte-a-sanremo-e-nuti-fossati-pausini.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
Per il chitarrista, direttore d’orchestra e insegnante 50 anni di carriera "Cecco all’Ariston per la paura non voleva cantare. Lo calmammo la Caselli e io. Ivano: suonare per lui un’esperienza meravigliosa".
Mezzo secolo dentro la musica per Riccardo Galardini, chitarrista, compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra, insegnante alla Scuola Verdi e al conservatorio di Rovigo. Quest’anno festeggerà cinquant’anni di professione: una lunga e prestigiosa carriera che ama ricordare anche attraverso aneddoti e curiosità, a cominciare da quelle intorno al Festival di Sanremo, al quale ha partecipato ben dieci volte, una come artista in gara nel 1979, le altre fra il 1991 e il 2005 come chitarrista sul palco o come direttore d’orchestra.
Un compleanno importante.
"In effetti i miei contributi nel libretto Enpals risalgono al 1975, anche se il mio rapporto con la musica risale al 1970, quando presi la mia prima lezione. Tutto nasce a Prato. I primi concerti con gli Axyandra, poi con gli Ayx...".
E il primo Sanremo nel 1979.
"Eravamo sei componenti con sedici ballerini sul palco. In quella formazione c’era anche la nostra concittadina Gloria Nuti. Non arrivammo in finale, ma per me fu una esperienza importante. Dovetti preparare in tutta fretta delle partiture da far suonare a quella parte di orchestra che ci accompagnava. Ero giovanissimo, avevo 23 anni. Fu un impatto fondamentale per la mia carriera".
Quel palco fu davvero terribile come tutti descrivono?
"L’emozione era fortissima, ma eravamo talmente presi da quello che stavamo facendo che forse non ce ne siamo accorti fino in fondo. Eravamo in una sorta di bolla protettiva, con quel briciolo di incoscienza che si ha da giovani. Forse l’emozione l’ho sentita di più negli anni successivi".
Qualche anno dopo di nuovo sul palco dell’Ariston accompagnando Francesco Nuti.
"La prima volta nel 1985 per la promozione del film Casablanca Casablanca. Dovemmo registrare un brano in uno studio a Bordighera. Con Pippo Baudo al pianoforte, Francesco e Giuliana De Sio, riproponemmo una nuova versione di As time goes by legata a film Casablanca. Sul palco la loro esibizione fu splendida. Francesco: una delle persone più importanti per me. Ho lavorato in tutte le sue colonne sonore come chitarrista e arrangiatore".
Poi il grande successo di Sarà per te nel 1988. Che ricordi ha di quel Sanremo?
"Ricordo quanto fosse emozionato Francesco. Già durante le prove. Non sentiva molto bene e quindi scese dal palco traumatizzato dicendo: io torno a casa. Io e Caterina Caselli cercammo di calmarlo, di coccolarlo per fargli cambiare idea. Lui continuava a ripeterci:anche Massimo Ranieri e Marcella Bella sono emozionati! Poi alla fine si calmò. Nelle due serate cantò bene. Ricordo che alla fine di una esibizione addirittura si sedette sui gradini del palco perché gli tremavano le gambe. A dimostrazione che quel palco è davvero terribile per tutti".
Ancora a Sanremo come direttore d’orchestra. Nove volte dal 1991 al 2005.
"La prima nel 1991. Quando mi fu proposto di dirigere l’orchestra, ricordo quanto fossi terrorizzato all’idea. Ero molto indeciso. Ci pensai a lungo, poi accettai perché era inevitabile, era nella mia natura. Nella mia prima volta diressi Paolo Vallesi che vinse la categoria Giovani con Le persone inutili, poi i Fandango, Raf e Ofra Haza che cantarono Oggi un Dio non ho. Ho un bellissimo ricordo di Ofra Haza, bellissima e bravissima. Se n’è andata troppo presto".
Sanremo a parte. Le altre collaborazioni con i big della musica. Ivano Fossati.
"Sono stato per anni il chitarrista di Ivano. Esperienza meravigliosa in giro per tante serate. Io dico sempre: con Pupo ho fatto le elementari, con Laura Pausini le medie, con Raf il liceo, con Ivano Fossati l’università, con le colonne sonore di Nuti e altri ho il dottorato di ricerca. Vorrei precisare una cosa, perché non voglio sminuire Pupo, che è un grande entertainment capace di costruire uno straordinario feeling con il pubblico come non ho visto fare da nessuno. Anche io ero da elementari a quei tempi. Ogni cosa è arrivata nel momento giusto".
Con Laura Pausini come è andata?
"Anche quello è stato un battesimo importante. Ero direttore di palco in uno dei suoi tour mondiali, soprattutto in Sud America. Decine di serate, 27 aerei. Lei è una fuoriclasse, una grande professionista. Ci lega una forte stima reciproca".
E poi Marco Masini.
"Siamo amici, ci sentiamo spesso. Ci lega l’amore per la Fiorentina. Ho lavorato spesso con lui. Ho suonato la chitarra in Bella stronza, che quest’anno torna al festival nella serate delle cover. In fondo ho lavorato con tutti. Ho suonato in 130 dischi. Da Patty Pravo a Umberto Tozzi, da Nek a Gigi D’Alessio, da Anna Oxa a Miguel Bosè...".”
Prato ha dato tanto al festival di Sanremo e alla musica in generale.
"Prato ha una grandissima vocazione musicale. Prato, in proporzione al numero di abitanti, ha il maggior numero di scuole medie ad indirizzo musicale. E poi basti pensare ai settecento iscritti della Scuola Verdi e a tutti i professionisti che negli anni sono passati dal festival".
Progetti per il futuro?
"Continuo l’insegnamento con la cattedra di chitarra pop rock a Rovigo. Poi sto lavorando ad un progetto sui Beatles che sono la mia passione. C’è anche qualche progetto letterario, ma è presto per parlarne. Poi tra qualche mese uscirà il secondo volume del mio metodo per chitarra pop rock. Si intitola Real Modern Guitar per le edizioni Volontè. Il prossimo anni andrò in pensione e quindi mi dedicherò anche a fare il contadino in mezzo alla natura a casa mia. Vivo da anni sulle colline della Calvana, la mia oasi di pace".