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Riccardo Galardini è un segmento importante nella storia della musica (non solo leggera). Un grande artista pratese che ha dovuto "sopportare" come tutti un momento difficile.
Anche il mondo della musica si è fermato per un lungo periodo. Come lo ha vissuto?
"Insegnando musica sia online sia in quattro conservatori sparsi per l’Italia. E poi scegliendo una nuova casa, sposandomi... tanto per ricordare le cose più importanti".
L’isolamento può stimolare o deprimere la creatività?
"Chi crea è comunque abituato all’isolamento, almeno per un tempo necessario, anche se si entra in un campo piuttosto soggettivo. L’isolamento forzato e prolungato è chiaramente stressante ma in certi casi può anche non ostacolare eccessivamente il fluire della creatività".
Con quali impegni è ripartita la sua attività?
"Con alcuni concerti con amici e colleghi musicisti come Klaus Lessman, Carlotta Vettori, Andrea Melani, Mauro Grossi, Marco Benedetti".
Lei è anche insegnante di musica. Come è riuscito a mantenere il rapporto con i suoi studenti?
"Online e in presenza, sforzandosi sempre di prendere il meglio possibile in un momento difficile per tutti. Con la buona volontà si possono superare molti ostacoli".
Oltre quarant’anni di carriera, quali sono stati i momenti più importanti?
"Per fortuna ce ne sono stati tantissimi. A partire dai primi anni. Per esempio i quindici anni di lezioni di chitarra con Patrizio Ihile. Poi sono arrivati la licenza di teoria e solfeggio sotto la guida di Alessandro Cavicchi, lo studio e l’ascolto del jazz e della fusion, l’esperienza delle sale da ballo negli anni settanta, ottanta….".
Poi è arrivato l’ingresso nel mondo del pop.
"Assolutamente. Grazie a Pupo. Ma poi mi faccia ricordare altre tappe fondamentali. L’inizio dell’attività di turnista in studio, con il maestro Zuffi di Bologna nel 1977 e proseguito poi per più di quarant’anni. E poi il diploma di chitarra classica conseguito nel 2001 sotto la guida del maestro Flavio Cucchi".
Come non ricordare i grandi tour con i miti della musica leggera...
"Il tour mondiale con Laura Pausini nel 1997 e i nove anni trascorsi sul palco a fianco di Ivano Fossati".
E la sua collaborazione con Francesco Nuti?
"Ricordi di Cecco ne ho a bizzeffe. Sia come collaboratore artistico, sia come amico. Dirò così: ci siamo divertiti molto"
Federico Berti