
Gida riapre i suoi impianti agli autospurghisti dopo due settimane di stop. La soluzione annunciata il 12 guiugno si copncretizza oggi con la riapertura del Calice. In virtù dell’ordinanza provvisoria firmata dal presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, uscita ieri sul Burt regionale, l’impianto di Calice può riprendere fin da subito la sua normale attività di smaltimento dei fanghi di fossa settica e dei rifiuti provenienti dalla manutenzione delle reti fognarie. Tutte le aziende del settore sono già state informate e già da ieri pomeriggio, hanno quindi ripreso regolarmente ad usufruire dei servizi offerti da Gida.
Nel frattempo i tecnici dell’azienda, stanno dialogando con quelli della Regione, per procedere a completare l’iter burocratico e amministrativo necessario ad aggiornare l’autorizzazione integrata ambientale (Aia) come richiesto dalla nuova legge regionale sullo smaltimento dei rifiuti liquidi. L’impasse si era creata a seguito della legge regionale sui rifiuti che ha portato al blocco degli impianti di Gida costringendo le aziende pratesi e della piana a scaricare liquami nella struttura di Publiacqua a San Donnino. In particolare il blocco era scaturito dalla modifica alla legge 20 della Regione Toscana: la cancellazione dell’emendamento cosiddetto pro conciatori aveva fatto scattare l’allarme nella società che gestisce l’impianto di depurazione di Gida e che fin dalla prima settimana di giugno aveva deciso di chiudere i cancelli di Baciacavallo e del Calice in attesa di un adeguamento normativo. Il blocco aveva messo in allarme il Consorzio degli spurghisti che avevano anche manifestato contro la decisione di bloccare gli impianti. Ora il problema è superato grazie all’ordinanza firmata da Giani che dà tempo a Gida di adeguare l’iter burocratico senza interrompere l’attività. Anche perché un blocco degli impianti non sarebbe stato sopportabile: già nel 2018 si era creato un fermo che aveva portato non pochi problemi vista l’impossibilità degli spughisti di scaricare i liquami a Baciacavallo con l’impianto di Gida chiuso, le autobotti erano costrette a rivolgersi a San Donnino oppure all’impianto di Santa Croce con maggiori costi per i consumatori. L’impianto di San Donnino è il più vicino per le ditte di spurgo dell’area vasta, dato che la maggior parte delle strutture di smaltimento dei liquami da fosse settiche si trova nella zona di Santa Croce sull’Arno. L’estate rappresenta il periodo di maggior lavoro per gli spurghisti, per i quali l’impegno cresce fino al 60% in più rispetto ai mesi invernali. in particolare gli impianti di Gida gestiscono circa i 23 dei liquami derivanti da svuotature di fosse settiche e pozzi neri della piana.
Si.Bi.