
Gilberto Tozzi con un serpente falso corallo nel 2010 (foto di Nedo Coppini)
Prato, 23 marzo 2025 – Dalla finestra della sua casa di Bagnolo vede il Monteferrato, che per tutta la vita l’ha affascinato, accompagnato, ispirato. E’ la terra del ‘marmo’ verde di Prato o meglio serpentino, che ha usato per anni per le sue sculture; è la terra di Galceti, che per 44 anni è stato il suo regno. Oggi Gilberto Tozzi compie 90 anni che festeggia in grande forma.

Figura storica e pioniere dell’ecologismo pratese, la sua biografia sarebbe lunga ma si può riassumere così: valbisentino di Mercatale di Vernio, tanti lavori in gioventù, due passioni enormi come l’arte e la natura.
Non prende titoli, ma studia a Firenze e alla “Leonardo”, svelando doti da buon pittore, autodidatta come scultore dal talento sorprendente. Da questi due amori nel 1967 nasce la mostra “Natura e arte”: quell’evento in piazza del Comune, che doveva durare un mese e invece restò aperto per tre anni, diventò la scintilla per la creazione (insieme al Comune di Prato e all’Azienda del Turismo) del Centro di Scienze Naturali di Galceti, del quale Tozzi è stato monarca dalla fondazione al 2011.
Dalla didattica, con migliaia di studenti in visita ogni anno, al soccorso fauna operato in tutta la Toscana per anni, fino alla creazione dell’antincendio boschivo (dove il figlio Saverio milita tutt’oggi), il Csn è stato un pilastro della comunità. Una storia con un prima e un dopo: la vicenda giudiziaria che pose fine alla direzione Tozzi, con accuse poi cadute davanti ai giudici. Accanto a Gilberto, da 63 anni, la moglie Deanna Lastrucci: “Senza di lei non credo che avrei potuto fare tutto quello che ho fatto nella vita”.
Tozzi, per diverse generazioni lei e sua moglie Deanna avete rappresentato un simbolo della città. Il Centro di Galceti per i pratesi era come il Castello dell’Imperatore. E per lei?
“E’ stato la mia ragione di vita, di ricerca e di trasmissione dell’idea di ecologia alle generazioni successive. Un esempio di come dovrebbe essere trattata la natura: con rispetto”.
Tutto inizia con una mostra.
“Fu una calamita per gli appassionati e soprattutto per gli amministratori, perché si resero conto della risonanza internazionale generata dall’evento,con decine di migliaia di visitatori. Capirono che c’era un grande interesse”.

Nel 1967 nasce il Centro di scienze naturali. Il pezzo forte diventa subito una collezione particolare.
“La mia collezione di animali imbalsamati, e si badi bene: non impagliati. La differenze è enorme, anche nel valore scientifico. Non è solo mia, ma l’ho proprio fatta io. Sarei anche disponibile a darla in comodato gratuito al Comune, come tutto il resto delle nostre proprietà che si trovano nel museo come i minerali e i rettili, spero di poterne parlare presto con la sindaca Bugetti”.
Una storia che si è traumaticamente interrotta nel 2011 con accuse che per voi erano particolarmente sconvolgenti: perfino il maltrattamento di animali.
“Sette anni brutti, dalle accuse all’assoluzione. Eravamo però sereni perché avevamo la coscienza tranquilla. Una situazione frustrante, certo”. “E un profondo senso di ingiustizia”, aggiunge in sottofondo Deanna.
Vi siete sentiti soli in quel periodo?
“No, non direi, anzi: abbiamo avuto molte testimonianze di solidarietà. E abbiamo avuto anche una grande soddisfazione: l’assoluzione a tre giorni dalla prescrizione. Noi volevamo una sentenza, non la prescrizione. E l’abbiamo avuta”.
Dopo tanti anni si è dato una spiegazione sull’origine di quella tempesta?
“Penso che sia stata una questione politica, ne siamo certi. Non faccio nomi anche se si potrebbero fare”.
E’ più tornato al Centro?
“Io no, perché mi fa troppo male”.
Lei che ha conosciuto tanti volti di Prato, che città vede oggi?
“Mi pare un po’ triste e ingrigita, come il resto del mondo. Vorrei vedere l’entusiasmo di vivere, che è quello che ti porta a fare le cose”.
Oggi compie 90 anni: che augurio rivolge a sé stesso?
“Di sopravvivere ancora un po’ nella speranza di veder rifiorire il Centro di scienze naturali”.
E lei, Deanna, che auguri fa a suo marito?
“Che viva fino a 200 anni, perché io senza di lui… Ci siamo sposati nel 1962 e da allora nulla è cambiato nel nostro rapporto”.