REDAZIONE PRATO

“A perenne memoria dei martiri delle Foibe”, il monumento a Poggio a Caiano

Il racconto di Lucia Gasparini, di famiglia istriana: “Noi discendenti siamo portatori di un testamento morale”

Il monumento in memoria dei martiri delle Foibe ai giardini di via Garibaldi a Poggio a Caiano

Il monumento in memoria dei martiri delle Foibe ai giardini di via Garibaldi a Poggio a Caiano

Poggio a Caiano (Prato), 10 febbraio 2025 – Un monumento dedicato alle vittime delle Foibe. Oggi, 10 febbraio, nel Giorno del Ricordo, Poggio a Caiano rende onore alle vittime delle foibe ricordandole con una statua collocata nei giardini in via Garibaldi. Sul marmo la scritta: “A perenne memoria dei martiri delle Foibe. Il Comune di Poggio a Caiano 10 – 2 – 2025”. Tanti i presenti alla cerimonia di commemorazione stamani, a cominciare dal prefetto di Prato, Michela Savina La Iacona, il questore Pasquale Antonio De Lorenzo, l’onorevole Chiara La Porta, autorità civili e militari e gli studenti delle classi quinte delle scuole poggesi. L’assessore Piero Baroncelli ha seguito in prima persona l’iter per la realizzazione del monumento e ha ribadito l’importanza di questa stele in ricordo di quanti hanno perso la vita in una pagina orrenda della nostra storia. Il prefetto ha portato il suo saluto e si è rivolta in particolare ai ragazzi presenti e ha spiegato loro cosa fossero le foibe. “Quelle fosse – ha detto – dove vennero buttate migliaia di persone. Un orrore, una vergogna, che non deve ripetersi mai più”. Dopo la deposizione di una corona d'alloro e il "Silenzio" suonato da Roberto Biliotti della filarmonica "Verdi" di Poggio, il parroco don Gianni Gasperini ha benedetto il monumento. E’ quindi intervenuta Lucia Gasparini di famiglia istriana che ha raccontato le vicende della sua famiglia. Il padre era di Visignano d’Istria e lui insieme alla famiglia andarono via dalla terra natia nel 1948. “Mio padre arrivò in Italia al campo di Laterina che prima era un campo di concentramento e che poi era stato adibito a centro di raccolti profughi – racconta la signora Gasparini - Era il giorno di Natale del 1948. Non sono liberamente voluti venire in Italia. Sono stati obbligati. Il mio babbo doveva essere arruolato dai partigiani titini ma ancora non aveva sedici anni. La mia nonna, già vedova da diverso tempo, si appellava appunto al fatto che il marito era morto da tanti anni e che mio babbo era il primo maschio di casa e che non aveva compiuto sedici anni, l’età minima per l’arruolamento. Hanno cercato, non così facilmente, di ottenere i documenti per poter venire in Italia e sono arrivati a Laterina dove sono rimasti per otto mesi. Altre famiglie vi rimasero per un tempo assai più lungo. Mio padre e la sua famiglia si trasferirono in via Guelfa a Firenze grazie a una donna che si occupava di trovare una sistemazione ai profughi”. Gasparini fa parte dell’associazione nazionale “Venezia Giulia e Dalmazia”. “Un’associazione – racconta la donna - che si occupa di portare avanti il ricordo e la memoria in questi momenti come il 10 febbraio ma anche con attività nelle scuole e laddove veniamo chiamati non solo per ricordare la storia ma perché noi discendenti siamo portatori di un testamento morale”.

Il sindaco Riccardo Palandri nel suo discorso ha sottolineato che “E’ importante ricordare che la memoria storica non è solo un atto di rispetto verso le vittime, ma anche un impegno per il futuro. Un impegno per educare le giovani generazioni alla pace, al rispetto reciproco, alla solidarietà e alla coesione sociale. La memoria ci insegna - ha detto il primo cittadino - che solo attraverso la comprensione, la riconciliazione e il dialogo possiamo costruire una società migliore, più giusta, più unita”.

Altro appuntamento sul “Giorno del ricordo” è in programma sabato 15 alle ore 17,30 nella sala della Giostra del palazzo comunale. Guido Giacometti, profugo istriano, terrà la conferenza “Dalle tragedie del passato al progetto del futuro”.