LAURA NATOLI
Cronaca

Giudice di pace, ora si muove Roma

Atteso per la prossima settimana il capo di gabinetto del Ministero. Incontrerà il presidente del tribunale

La manifestazione di fronte al giudice di pace organizzata dalla Cgil un mese fa (Foto Attalmi)

La manifestazione di fronte al giudice di pace organizzata dalla Cgil un mese fa (Foto Attalmi)

Prato, 25 febbraio 2023 - Forse qualcosa si muove. Si doveva arrivare alla chiusura di un ufficio importante come quello dei decreti ingiuntivi al giudice di pace, prima che finalmente dal Ministero qualcuno battesse un colpo. E questa volta la risposta c’è stata. Almeno formale. E’ stato fissato per venerdì prossimo, 3 marzo, l’incontro fra il presidente del tribunale Francesco Gratteri – che ha dovuto prendere la dolorosa decisione di chiudere l’ufficio fino al 31 dicembre – e il capo di gabinetto del Ministero della Giustizia, Alberto Rizzo. Un incontro istituzionale, per la verità fissato da tempo, nel quale sarà affrontato il problema della difficile situazione del giudice di pace di Prato ma anche del tribunale che non se la passa meglio.

Da tempo il presidente del tribunale e i sindacati, soprattutto la Fp Cgil con il suo delegato Walter Vizzini, che da sempre portano avanti la battaglia per adeguare gli organici del palazzo di giustizia a quelle che sono le reali esigenze del territorio. L’incontro, si spera, possa servire nell’immediato a risolvere almeno il problema della chiusura dell’ufficio decreti ingiuntivi. Almeno è un punto da cui ripartire. A perorare la causa direttamente al ministro della Giustizia Nordio sarebbero stati – secondo alcune indiscrezioni – Giorgio Silli, sottosegretario agli Esteri, e la deputata pratese Chiara La Porta.

Intanto vanno avanti le polemiche dopo il provvedimento preso dal presidente Gratteri lunedì. "Siamo arrivati al capolinea. Ignorati come Cassandra e accusati di essere gufi incompetenti, alla fine si è verificato ciò che avevamo più volte paventato: l’inevitabile blocco di un servizio-giustizia", hanno detto dalla Fp Cgil. "Siamo stati accusati di essere promotori della chiusura del Tribunale di Prato, di essere incompetenti quando abbiamo chiesto un aiuto per il giudice di pace alle amministrazioni della provincia – prosegue il sindacato –. Siamo stati ignorati quando abbiamo chiesto l’istituzione di un tavolo permanente per affrontare in modo costante e risolutivo il ’problema giustizia a Prato’, ci dispiace dire ora: ’ve lo avevamo detto’". "Ci auguriamo che questa situazione porti tutti coloro i quali sono interessati al funzionamento della giustizia a Prato a prendere coscienza della situazione e a organizzare delle iniziative condivise, decise e costanti per risolvere la situazione", concludono.

"Mi chiedo dove siano i parlamentari pratesi e i membri del governo di questo territorio – attacca Biffoni –. La situazione del tribunale è complessa da anni, e la chiusura di questo ufficio è una ulteriore prova di quanto sembri impossibile risolverla, nonostante l’impegno di tanti, compreso io stesso. Auspico che, dato che che abbiamo tanti pratesi tra parlamentari e membri del governo a Roma, ci sia un intervento vero affinché il ministero della Giustizia porti qualche soluzione".

Immediata la replica della deputata pratese di Forza Italia Erica Mazzetti che ha già scritto una lettera al ministro Nordio per portare alla sua attenzione il caso Prato. "Ho nuovamente scritto a l Ministero segnalando il problema – dice Mazzetti –. Anche per questo, mi dispiace leggere le esternazioni del primo cittadino che, quando viene legittimamente criticato ci accusa di fare campagna elettorale, e che ora se ne esce criticando noi parlamentari di centrodestra eletti nel ‘suo’ territorio come se fosse un problema nato oggi e non, per esempio, già quando c’erano altri ministri, magari a lui più vicini. Come concordato da tempo, porterò il viceministro Sisto in visita perché possa constatare di persona il problema di cui è informato già dalla passata legislatura".