Dopo la revoca della procedura di licenziamento collettivo, inizia il secondo tempo della lotta degli operai Gkn. "L’obiettivo è la ripartenza produttiva dello stabilimento – fanno sapere dalle Rsu della fabbrica dove il presidio permanente va avanti e "la mobilitazione continua, ancora più forte". "Ci stiamo riorganizzando dal punto di vista pratico visto l’inizio dell’autunno" specifica Matteo Moretti della Rsu. Tra le prossime mosse quella dello sciopero, magari prima a livello regionale e poi generale. Richiesta che si rafforza anche alla luce di quanto accaduto l’altro ieri ai lavoratori di Ita-Alitalia: "Sulle teste delle nostre compagne e compagni di Ita-Alitalia sono arrivate anche botte e manganelli" denuncia pubblicamente il Collettivo di fabbrica. "Esiste un filo che collega Gkn ad Alitalia, passando dalle lavoratrici e dai lavoratori del Monte dei Paschi di Siena o del vicino Cartonificio di Sesto Fiorentino a cui pure oggi (ieri, ndr) abbiamo portato solidarietà. Questo filo, se lo tiri e lo segui, ci porta tutti verso la stessa piazza".
Accanto alle iniziative, c’è la discussione istituzionale. Ieri alle 17 all’hotel Londra la proprietà dell’azienda aveva convocato i sindacati e le Rsu per far ripartire la procedura di licenziamento collettivo. Come aveva annunciato subito dopo la sentenza del tribunale, l’azienda è intenzionata a smobilitare lo stabilimento di Campi. Quindi l’incontro doveva dare corso all’informativa e consultazione dell’art. 9 prima parte, del contratto collettivo nazionale, e al confronto menzionato nell’accordo aziendale del 9 luglio 2020: ossia, secondo quanto ha dichiarato Gkn, ciò che ha ordinato il Tribunale di Firenze nella sentenza con cui lunedì ha revocato la procedura di licenziamento collettivo nei confronti dei 422 dipendenti. Ma Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil e la Rsu non si sono presentate.
"Siamo disponibili al confronto, ma in sede istituzionale - fa sapere la Fiom-Cgil di Firenze con Andrea Brunetti - e chiediamo che sia il ministero dello Sviluppo economico a convocare gli incontri". La linea del sindacato resta ferma: no a incontri in alberghi o in luoghi non istituzionali. "Il Mise è la sede consona per parlare dello sviluppo dello stabilimento – dice Brunetti – anche per capire i motivi per cui la proprietà ha aperto una procedura di licenziamento collettivo ed evitare che la riapra nuovamente". La viceministra Todde è intenzionata a convocare l’incontro nel giro di pochi giorni. E anche la Regione chiede un segnale concreto dopo la sentenza: "La decisione del tribunale è una vittoria della Fiom che mette a segno un punto importante, da cui ripartire. Ora ciascuno faccia fino in fondo la propria parte senza perdere tempo. Intanto dotando il Paese di una norma di civiltà in grado di garantire il principio di responsabilità sociale dell’impresa, a difesa dei lavoratori e del nostro sistema produttivo, aprendo una discussione sullo stabilimento e il suo futuro liberi dal ricatto del licenziamenti.
Barbara Berti