REDAZIONE PRATO

Gli affitti calmierati non decollano "Ora un patto proprietari-inquilini"

L’ultimo accordo (ancora in vigore) risale addirittura al 2003, ma solo un contratto su dieci è concordato. Il Comune cerca una difficile mediazione per arrivare ad un rinnovo che possa accontentare tutti. .

Sul rinnovo dei patti territoriali per gli affitti a canone concordato il Comune vuole evitare lo strappo. Si tratta di accordi sottoscritti nel 2003 e ancora oggi validi, ma sui quali da anni si cerca il rinnovo senza però trovare un accordo (unico caso in Toscana) fra i sindacati degli inquilini e quelli dei proprietari. Questi canoni da un lato dovrebbero garantire una tassazione agevolata al 10% ai proprietari degli immobili e dall’altro assicurare canoni mensili più bassi agli affittuari. La realtà dei fatti è che solo il 10% circa di tutti i contratti d’affitto a Prato viene stipulato col canone concordato, perché ritenuto antieconomico dai proprietari. Per fare un esempio, una casa di 80 metri quadri in una zona ritenuta di medio pregio in città può essere affittata sul libero mercato anche a 800 euro. Col canone concordato invece si andrebbe sui 500. E’ evidente come il risparmio derivante dalla tassazione non basta a coprire il gap. E così molti preferiscono una tassazione maggiore ma incassare di più sull’affitto ogni mese.

Partendo da questo presupposto Sunia, sindacato degli inquilini, e Uppi, sindacato dei proprietari di immobili, fanno considerazioni differenti che negli anni hanno portato a uno stop del dialogo e delle trattative. Ora però l’Uppi ha trovato altri due sindacati degli inquilini pronti a firmare i nuovi patti territoriali con un adeguamento delle cifre e si rischia lo strappo con il Sunia che è il sindacato degli inquilini più rappresentativo. Da qui l’intervento dell’amministrazione comunale, che da un lato vuole arrivare a un’ampia condivisione dei nuovi affitti a canone concordato e dall’altro vuole evitare che la situazione dell’emergenza alloggiativa esploda.

La consigliera comunale indipendente Silvia Norcia sta portando avanti un tentativo di mediazione: "Il tema dell’abitare, dei suoi costi, con la stangata sui mutui e il tema degli affitti, grava sempre più sulle famiglie, e richiede l’attenzione dei diversi livelli coinvolti – dice –. Per il livello territoriale abbiamo a disposizione questo strumento regolatore, che non possiamo non utilizzare. L’amministrazione è impegnata nel dare risposte alla crescente richiesta di situazioni di emergenza, e non solo: attraverso il nuovo regolamento ha implementato gli interventi. Però non tutto è o può diventare emergenza: abbiamo bisogno del supporto dell’accordo territoriale in città". L’obiettivo del Comune è di riattivare la trattativa fra le parti e mettere tutti intorno allo stesso tavolo: "Nei nuovi patti dobbiamo introdurre elementi per alleviare le distorsioni del mercato – sottolinea il vicesindaco Simone Faggi –. Poi il Comune farà la propria parte col contributo affitti".