
Gli scatti di Lina Pallotta Le immagini come corpi
L’ospite scelto per a celebrare questa importante tappa nella storia del Pecci sarà la fotografa Lina Pallotta che inaugura la sua prima mostra personale in un’istituzione pubblica italiana "Volevo vedermi negli occhi", visitabile da domani. Nata nel 1955, Pallotta vive tra Roma e New York, dove si è diplomata in fotogiornalismo e documentario fotografico all’International Center of Photography. Il suo obiettivo è stato sempre attratto dai movimenti underground, dalle sottoculture, dalle storie meno gridate. Ha pubblicato per varie riviste nazionali e internazionali, lavorato per Impact Visuals Agency di New York e per l’Agenzia Grazia Neri di Milano. Numerose le mostre personali e collettive tra Europa e Stati Uniti a cui ha partecipato e che ha curato. Volevo vedermi negli occhi è la sua prima personale in un’istituzione pubblica italiana. Il Pecci presenta una selezione delle fotografie del progetto Porpora, scattate a Porpora Marcasciano, attivista trans.
Le due si incontrano dallo stesso lato delle barricate in una Napoli calda durante gli anni ‘70 e stringono un profondo legame. Nel 1990 Pallotta inizia a fotografare Porpora. Quasi ottanta fotografie si muovono nello spazio ora come pagine a muro, ora come strutture autoportanti. Le immagini sono esposte come corpi, nelle dimensioni e nel posizionamento, che le vede appoggiarsi e sorreggersi l’una sull’altra. Ripercorrono il balletto di una vita, gli affetti e le cicatrici, annotando i ritmi concitati e i silenzi sospesi.
In mostra, si fa spazio la confidenza del racconto personale, sfuggente e trasformativo dell’esistente. Un viaggio che è al contempo gesto individuale e affermazione collettiva, continuo rifacimento del sé e precarietà, un "transito indefinito, infinito, movimentista", come dichiara Marcasciano. A cura di Michele Bertolino e Elena Magini, la mostra è accompagnata dalla pubblicazione Porpora, edita da Nero, che raccoglie una selezione delle foto di Lina, un archivio visivo con un possibile percorso nella storia del movimento omosessuale e trans a partire dagli anni ‘70 e alcuni saggi sul lavoro fotografico di Lina Pallotta. Il volume è vincitore del bando Italian Council 10. Il display è a cura di Giuseppe Ricupero.