MARIA LARDARA
Cronaca

Gogol e L’ispettore generale. La corruzione senza tempo. Al Politeama c’è Papaleo

Oggi e domani lo spettacolo diretto da Muscato

Sul palco Rocco Papaleo con un’affiatata compagnia di dodici attori: uno spettacolo corale che si nutre di toni giocosi e di un’ironia graffiante

Sul palco Rocco Papaleo con un’affiatata compagnia di dodici attori: uno spettacolo corale che si nutre di toni giocosi e di un’ironia graffiante

Al Politeama oggi alle 21 e domani alle 16 Rocco Papaleo, tra i volti più popolari della commedia italiana, sarà il corrotto Podestà in L’ispettore generale, il grande classico di Nikolaj Gogol riadattato e diretto da Leo Muscato. Nel solco dei grandi classici della letteratura, il teatro di via Garibaldi propone un capolavoro della drammaturgia russa, scritto quasi 200 anni fa, ma più attuale di quanto si possa immaginare: una commedia degli equivoci pronta a conquistare il pubblico con il suo umorismo senza tempo mentre si prende gioco delle piccolezze morali di chi detiene il potere e per questo si ritiene intoccabile.

Una farsa travestita da tragedia o, meglio, una tragedia travestita da farsa, che affronta in chiave satirica il tema della corruzione. E’ uno spettacolo corale che si nutre di toni giocosi e di un’ironia graffiante, sostenuto da una compagnia di 12 attori capitanata da Papaleo (Elena Aimone, Giulio Baraldi, Letizia Bravi, Marco Brinzi, Michele Cipriani, Salvatore Cutrì, Marta Dalla Via, Marco Gobetti, Daniele Marmi, Mauro Parrinello, Michele Schiano di Cola, Marco Vergani).

Quando questa commedia andò in scena a Pietroburgo nel 1836, in presenza dello zar Nicola I, scatenò anzi molte polemiche: per gli spettatori dell’epoca era inconcepibile una denuncia così feroce della burocrazia corrotta nella Russia zarista. La trama si basa su un equivoco: Chlestakov (Daniele Marmi, il poliziotto Cioni nella serie tv "I delitti del BarLume") è un frivolo viaggiatore di passaggio che viene scambiato per un alto funzionario dello Stato spedito dallo zar per indagare sulla condotta dei funzionari cittadini. È lui l’ispettore generale del titolo.