REDAZIONE PRATO

Guerra delle grucce . C’è la prima sentenza: condanne per 37 anni

Sette anni e mezzo ciascuno per i cinque imputati accusati di tentato omicidio . Aggredirono e accoltellarono la vittima all’interno del circolo Number One.

L’aggressione ripresa da una telecamera interna al locale

L’aggressione ripresa da una telecamera interna al locale

Sette anni e mezzo ciascuno per tentato omicidio. Condanne severe considerando lo sconto di un terzo della pena per il rito abbreviato. Sono quelle che il giudice Tesi ha emesso ieri al termine del processo che ha visto sul banco degli imputati cinque cinesi (Yunlong Chen, 40 anni, Zhukung Zheng, 49, Xunbing Zheng, 40, Xianluan Lin, 42, Yuncan Hu, 34, difesi dagli avvocati Manuele Ciappi e Alessandro Fantappiè) accusati di aver tentato di uccidere un connazionale il 6 luglio scorso all’interno del circolo "Number One" di via Scarlatti.

Secondo quanto accertato dalle indagini, i cinque facevano parte (insieme a un sesto uomo fermato pochi giorni fa in un ristorante a Padova) del commando fatto arrivare appositamente dalla Cina per tutelare, con il ricorso alla violenza, gli interessi imprenditoriali del gruppo monopolista nel settore delle grucce in danno di Chang Meng Zhang (assistito nel processo da Federico Febbo e Costanza Malerba), imprenditore cinese, titolare di fatto dell’impresa "Heng Long Plast", inserita nel mercato della produzione delle grucce (con un fatturato variabile dai 100.000 ai 200.000 euro mensili). Lo stesso Zhang è pregiudicato, condannato in via definitiva per l’omicidio volontario di Zhijian Su (referente dell’impresa Eurotrans/Oulian), avvenuto in provincia di Napoli nel 2006.

Il pm Laura Canovai aveva chiesto condanne per dieci anni ciascuno. I cinque restano in carcere. Secondo quanto accertato dalle indagini della squadra mobile, la vittima fu accerchiata, afferrata per il collo e colpita ripetutamente in varie parti del corpo, prima con una bottiglia, poi, con un’arma da taglio e con pugni e calci, infine fu accoltellato all’addome ed eviscerato. Nonostante le gravi ferite il cinese è sopravvissuto e nel settembre scorso ha iniziato a collaborare con la giustizia, consentendo di ricostruire le modalità e i motivi del delitto. Chi sono stati i mandanti, però, non è stato chiarito.

"La scelta di collaborare della vittima – ha spiegato il procuratore Luca Tescaroli –, condivisa anche dal fratello, il quale risiede all’estero (in Spagna, ndr), ha consentito di aprire uno squarcio nel contesto criminale in cui il delitto si inserisce, nell’individuazione delle risorse finanziarie impiegate per lo svolgimento dell’impresa riconducibile alla persona offesa e nella gestione del mercato delle grucce".

Grazie all’apporto dato alle indagini, la procura ha richiesto per Chang Meng Zhang il permesso di soggiorno, poi rilasciato dal questore di Prato.

La collaborazione della vittima si è inserita "nello sforzo investigativo", che ha preso le mosse dall’analisi dei frame estrapolati dal sistema di videosorveglianza del locale Number One in cui si erano svolti i fatti, che ha consentito di individuare uno degli aggressori, Yunlong Chen. Il suo cellulare è stato subito intercettato e geo localizzato mentre si spostava rapidamente verso Sud. L’auto con a bordo quattro cinesi fu fermata in Calabria. Il quinto uomo riuscì a fuggire ma poi fu bloccato a Catania.

"Il tentato omicidio del 6 luglio rappresenta una prima significativa risposta giurisdizionale per contrastare l’escalation criminale, che, dal giugno 2024, caratterizza il territorio di Prato nel quadro di uno scontro che si è esteso ad altre parti due del Paese e che ha assunto una dimensione trasnazionale", ha aggiunto Tescaroli.

Laura Natoli