Laura Natoli
Cronaca

La faida delle grucce. Benzina e pacchi bomba: è una strategia delle tensione

Sei gli incendi nei magazzini in sette mesi: il primo alla Shun Da a luglio quando fu gettato del liquido infiammabile su un camion. Tutti gli episodi

La faida delle grucce. Benzina e pacchi bomba: è una strategia delle tensione

Prato, 10 aprile 2025 – Sei incendi nel giro di sette mesi, cinque dei quali avvenuti in rapida successione (meno di un mese), due perfino all’estero ma con un legame profondo con Prato. Oltre a un tentato omicidio e a una intimidazione: una bara lasciata a terra con sopra la foto di un imprenditore accanto all’auto in fiamme. Sono episodi tutti collegati fra di loro che gli investigatori stanno mettendo in fila uno dopo l’altro e che si inseriscono nella cosiddetta “guerra delle grucce”, una faida fra due gruppi contrapposti di cinesi che si contendono un mercato redditizio oltre a quello della logistica, da sempre nelle mire delle organizzazioni cinesi, come dimostrato dalla vecchia inchiesta Chinatruck. La guerra ora ha travalicato i confini nazionali finendo in Spagna (28 febbraio) e Francia (11 marzo) dove sono avvenuti gli ultimi incendi in magazzini di aziende di logistica collegati allo stesso proprietario di uno a Prato colpito nel triplice attacco incendiario del 16 febbraio scorso: si tratta della “Elt Express” di Zhang Di, figlio di Zhang Naizhong, identificato dagli investigatori nell’inchiesta Chinatruck come il capo di una presunta organizzazione criminale di stampo mafioso che operava fra Prato e Roma.

Sono suoi i magazzini a Madrid e Parigi bruciati di recente con le stesse modalità usate nel triplice attacco del 16 febbraio ai danni della “Acca” di via Copernico a Seano, della “Xsd” di via dei Confini a Prato e della “Elt Express” di via da Maiano a Campi Bisenzio che risulta intestata a Zhang Di. In tutti i casi è stato accertato che gli attentatori hanno usato un pacco bomba nel quale hanno nascosto una bottiglia incendiaria collegata a un telecomando azionato dall’esterno.

INCENDIO
Il momento dello scoppio del pacco bomba in uno dei magazzini a Prato

Gli episodi si legano a un altro rogo: quello avvenuto a luglio scorso alla “Shun Da” di via Nottingham distrutta in un incendio doloso. La ditta altro non è che la “Xsd” di via dei Confini colpita nuovamente a febbraio e che fa capo a Bao Deping, finito pure lui nell’inchiesta Chinatruck.

La differenza fra via Nottingham e gli altri attacchi incendiari sta nel metodo usato. Secondo quanto appreso, alla “Shun Da” il fuoco è stato appiccato con un liquido infiammabile che è stato versato su un camion che si trovava nel magazzino e a cui è stato dato fuoco.

Ma la “strategia della tensione” era già cominciata a inizio luglio con il tentato omicidio di Chang Meng Zhang, imprenditore cinese, inserito nel mercato della produzione delle grucce, pregiudicato, condannato in via definitiva per l’omicidio volontario di un connazionale nel 2006, vittima di una violenta aggressione all’interno di un circolo commissionata a un commando di sei persone fatto arrivare direttamente dalla Cina. Infine le intimidazioni a un altro imprenditore cinese che ha trovato la sua auto in fiamme e accanto una bara con la sua foto (inizio ottobre). Una serie di episodi violenti e inquietanti che dimostrano come la faida sia in corso e come abbia sconfinato perfino all’estero. Una pista ci sarebbe già per incastrare il gruppo criminale che commissiona le ritorsioni nei confronti di quegli imprenditori che, evidentemente, si rifiutano di aderire alle regole imposte da un gruppo contrapposto di connazionali che vogliono accaparrarsi il mercato.