REDAZIONE PRATO

Guerra delle grucce, il commando cinese condannato a 7 anni e mezzo di carcere per tentato omicidio

Nove mesi fa l’agguato al Number One di via Scarlatti

Guerra delle grucce, il commando cinese condannato a 7 anni e mezzo di carcere per tentato omicidio

Prato, 29 aprile 2025 – Sette anni e sei mesi di reclusione: è la condanna inflitta in primo grado, col rito del giudizio abbreviato, dal giudice per le indagini preliminari di Prato ai cinque cinesi imputati per il tentato omicidio che si consumò il 6 luglio 2024 al “Number One” di via Scarlatti. Per gli inquirenti si tratta del commando che arrivò appositamente dalla Cina per tutelare a ogni costo, violenza compresa, gli interessi dei monopolisti del settore delle grucce

I condannati sono Yunlong Chen, 40 anni, Zhukung Zheng, 49 anni, Xunbing Zheng, 40 anni, Xianluan Lin, 42 anni, e Yuncan Hu, 34 anni. C’è poi un sesto uomo, Nengyn Fang, ex soldato dell’esercito cinese, arrestato alla periferia di Padova poche settimane fa.

Nove mesi fa l’imprenditore cinese Chang Meng Zhang, titolare della ditta Heng Long Plast e pregiudicato già condannato in via definitiva per l’omicidio di Zhijian Su a San Gisueppe Vesuviano nel marzo 2006, 42 anni, fu pestato e accoltellato nel locale. Fu accerchiato, preso a bottigliate, pugni, calci e accoltellato all'addome: eviscerato, come un animale. Fu il gestore del locale a portare la vittima in ospedale. Diversi interventi chirurgici gli hanno salvato la vita e a settembre fu in grado di iniziare una collaborazione con la Giustizia: così è stato possibile ricostruire i contorni del delitto e non solo, ma anche il contesto più ampio.  

aggressione
Un’immagine del violento pestaggio avvenuto all’interno del circolo Number One di via Scarlatti nel luglio 2024

L’imprenditore vittima dell’aggressione, la cui ditta fattura dai 100mila ai 200mila euro al mese, non è il solo a collaborare con gli inquirenti: anche il fratello – che vive all’estero – ha fatto la stessa scelta.  E proprio per la sua collaborazione, la Procura ha chiesto per lui il permesso di soggiorno, che il questore ha poi rilasciato.

Le indagini sul tentato omicidio – condotte dalla squadra mobile della questura – presero le mosse dall’esame dei filmati del locale che consentirono di individuare uno dei membri del commando, Yunlong Chen; trovata la sua utenza telefonica, le intercettazioni permisero di notare che quel telefono si stava spostando verso il Sud, fin quando in Calabria venne fermata l’auto con a bordo quattro cinesi, identificati come corresponsabili dell’aggressione. Il Chen però era riuscito ad attraversare lo Stretto ma la sua fuga finì due giorni dopo a Catania.

Una vicenda che segna simbolicamente l’inizio dell’escalation della violenza – come l’ha più volte definita il procuratore capo Luca Tescaroli – legata alla guerra delle grucce, che – come dimostrano le indagini – travalica i confini pratesi e assume contorni perfino internazionali. Una preoccupazione tale da aver portato la Procura ad aver creato una sezione chiamata “criminalità cinese” divisa in tre gruppi (reati economico-finanziari, criminalità di strada e reati di immigrazione).