L’interrogatorio di garanzia è stato fatto. Annamaria Mascii, 82 anni, ha risposto con un filo di voce alle domande del giudice Francesca Del Vecchio, che è recata nella stanza dell’ospedale Santo Stefano, dove la donna è ricoverata dopo aver soffocato con un cuscino il marito, Roberto Elmi, 87 anni, autotrasportatore in pensione e affetto da Alzheimer da oltre un anno.
Assistita all’avvocato Alberto Rocca, l’anziana, affranta per quanto accaduto nella tarda serata di domenica scorsa nell’abitazione di Vernio dove viveva con il marito, ha ammesso la sua responsabilità.
Una tragedia che è esplosa per l’alto livello di disperazione in cui la donna si è trovava nel constatare le condizioni del marito 87enne. Nei giorni scorsi, subito dopo l’omicidio del marito, reato per il quale è scattato l’arresto, l’anziana non ha fatto altro che ripetere una stessa frase: "Voglio morire".
Nell’interrogatorio si è detta profondamente dispiaciuta anche il figlio e di non sapere come è arrivata a quel livello estremo di disperazione, che poi è sfociato nel dramma con la morte per soffocamento di Elmi e con il ferimento alla gola che la donna si è praticata cercando di togliersi la vita. In sostanza ha ripetuto quanto già detto nell’immediatezza del fatto alla pm Alessia La Placa in ospedale.
Il giudice ha deciso di concedere gli arresti domiciliari all’82enne. Domiciliari per i quali si sta cercando la soluzione più idonea dal momento che l’anziana non potrà tornare a casa da sola perché ha comunque necessità di assistenza sanitaria. Al Santo Stefano è seguita dai professionisti del servizio psichiatrico ed è piantonata dai carabinieri. Nelle prossime ore si saprà quale destinazione è stata individuata per accogliere la donna: tra le ipotesi ci sono strutture sanitarie, cure intermedie oppure una residenza sanitaria assistita per anziani.
A suo carico, la procura ha aperto un fascicolo, come detto, con l’accusa di omicidio volontario del marito, ucciso nella loro casa in via Bisenzio, a Vernio. Lei stessa, dopo aver ammazzato il marito in camera da letto, ha afferrato un coltello e ha tentato di uccidersi ferendosi alla gola in maniera lieve.
A dare l’allarme domenica sera era stato il figlio della coppia che non aveva ricevuto risposta alle sue chiamate.
Una tragedia che ha sconvolto la comunità di Vernio e che nessuno poteva prevedere ma che, purtroppo, può accadere quando le famiglie si trovano costrette ad accudire persone care gravemente malate.
Sa.Be.