Herambiente, una controllata del Gruppo Hera, si è aggiudicata la gestione dell’inceneritore di Montale per i prossimi quattro anni in seguito alla gara bandita da Cispel Toscana per conto di Cis spa, la società proprietaria dell’impianto e di cui sono soci i tre comuni di Montale, Agliana e Quarrata.
L’azienda Herambiente è stata l’unica che ha concorso al bando mentre l’attuale gestore, la ditta Ladurner, non ha partecipato alla gara. A breve verrà firmato formalmente il contratto, della durata di 3 anni, dal 1° gennaio 2025 con possibile prolungamento di un quarto anno e un ulteriore proroga di 6 mesi. L’importo per la conduzione dell’impianto è di otto milioni all’anno, che il Cis pagherà al gestore, per un totale di complessivo di trentotto milioni.
Herambiente è il primo operatore ambientale italiano nel campo della raccolta e trattamento dei rifiuti: ha in gestione 100 impianti di selezione e recupero, tra cui 10 dieci termovalorizzatori. L’azienda bolognese è già presente in provincia di Pistoia dove gestisce la discarica del Cassero a Serravalle. Heraluce, un’altra azienda del gruppo Hera, gestisce l’impianto di illuminazione pubblica del Comune di Pistoia.
Herambiente manterrà tutti i 28 dipendenti che ora lavorano all’inceneritore di Montale come era prescritto dal bando di gara. Inoltre si è impegnata ad effettuare "interventi migliorativi per oltre 3,7 milioni di euro che incideranno su operatività e prestazioni ambientali dell’impianto".
Montemurlo non ha voce diretta in capitolo in quanto non è proprietario della struttura, ma si trova al confine con l’impianto. Un fatto non di poco conto. Il territorio infatti è fortemente interessato al futuro dell’inceneritore perché l’impianto si trova a poche decine di metri dal suo confine e Montemurlo è un’area di ricaduta dei fumi.
"Il nostro territorio in questi anni ha già dato il suo contributo in termini ambientali – ha detto più volte il sindaco Calamai –. Non siamo contrari a questo tipo di impianti, ma dopo decenni di attività auspichiamo che si vada verso altri tipi di tecnologia nell’ottica soluzioni alternative per la pianificazione del ciclo rifiuti in una logica di economia circolare, in adesione con la normativa europea".
Una posizione coerente col passato: già nel 2019 il sindaco Calamai aveva scritto alla Regione perché il piano regionale dei rifiuti prevedesse esplicitamente la chiusura o la riconversione dell’impianto di via Tobagi.