Hub del riciclo tessile: la corsa è già partita L’impegno: "Sarà pronto fra quattro anni"

Per il maxi impianto di via di Baciacavallo 34mila tonnellate di scarti all’anno da tutto il centro Italia. "Recuperemo il 95% dei materiali"

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L’attuale campo sportivo di Paperino in via di Baciacavallo e l’area adiacente utilizzata da Alia come deposito dei cassonetti lasceranno il posto nel 2026 al nuovo hub del riciclo tessile. Si tratta di un maxi investimento da 18,5 milioni che sarà sostenuto da Alia per un capannone di 7.800 metri quadri, alto nove metri, con i pannelli fotovoltaici sul tetto e piante sulle facciate. Nell’area interessata all’intervento – 21mila metri quadrati – saranno piantate decine di alberi per schermare l’impatto visivo e ambientale derivante dal nuovo capannone. Una schermatura necessaria perché se è vero, come detto dal sindaco Biffoni, che "siamo in zona industriale", è altrettanto vero che i quartieri delle Fontanelle, di Paperino e di via del Ferro si trovano a poche centinaia di metri da lì. All’interno dell’hub verranno raccolti abiti usati, tende, asciugamani e tutto ciò che deriva dagli scarti tessili provenienti non solo dal distretto e dalla Toscana, ma anche da buona parte dell’Italia centrale. Alia ha già fatto un accordo con tutti i gestori toscani dei rifiuti per assicurarsi che quello di Prato sia l’unico impianto del genere a candidarsi ai fondi del Pnrr.

Proprio per rientrare nei finanziamenti ministeriali è scattata la corsa all’individuazione del sito in cui collocare il capannone e alla progettazione preliminare. Il bando scade il 14 febbraio: quella che attende Alia e il Comune è una corsa contro il tempo, perché l’opera dovrà essere collaudata per marzo 2026 e rendicontata (quindi funzionante) per il giugno dello stesso anno. In palio c’è un finanziamento da 2,5 milioni, denaro non vincolante per la buona riuscita del progetto, perché come spiegato dal presidente di Alia, Nicola Ciolini "l’impianto verrà realizzato lo stesso, con o senza finanziamenti del Pnrr". Il primo ostacolo sulla strada del nuovo hub è l’autorizzazione ambientale unica, che entro un anno dovrà essere rilasciata dalla Regione (l’eventuale via libera è previsto per settembre 2023). Toccherà poi alla progettazione esecutiva che sarà pronta per marzo 2024, contestualmente con l’affidamento dei lavori, che dureranno due anni. La risposta sull’accettazione del finanziamento da parte del ministero arriverà entro metà maggio.

Nell’hub del riciclo abiti usati e scarti tessili verranno raccolti, igienizzati e passati su macchine ottiche (studiate da Next Technology Tecnotessile) che ne riconosceranno la fibra e la smisteranno, eliminando le parti inutilizzabili. A seguire le fibre saranno valorizzate, mettendole sul mercato e vendendole al miglior prezzo. Nell’impianto lavoreranno 50 dipendenti.

La percentuale di scarti prevista è intorno al 5%: finiranno in discarica in uno degli impianti di Alia. La zona sud di Prato è però già sul piede di guerra per la localizzazione dell’impianto. A provare a rassicurare i residenti è Alessandro Canovai, direttore operativo centrale di Alia. "Sarà una bella fabbrica, moderna, che non brucerà niente e non emanerà cattivi odori - spiega -. Non vedo motivi di preoccupazione". E la sostenibilità economica? "Le bollette dei pratesi non avranno niente a che fare con questo progetto - aggiunge -. Alia farà un piano industriale finanziato dalle banche, e che poi si sosterrà con le tariffe per le merci in ingresso e la vendita dei prodotti cerniti". Di che numeri si parla? "Saranno 34.000 le tonnellate totali da trattare - conclude Canovai -. Ventimila di abiti usati, 14.000 sugli scarti del distretto tessile". Ma non quelli dei pronto moda, Assicuranno in Comune,

Stefano De Biase