REDAZIONE PRATO

"I bulli sono soltanto dei ragazzi insicuri"

Daniel Zaccaro ha parlato agli studenti raccontando il suo passato di adolescente aggressivo: "La violenza? Una maschera fasulla"

"L’indifferenza è ciò che mi spaventa di più. L’indifferente è colui che non fa niente, colui che di fronte alla violenza si gira dall’altra parte e così strizza l’occhio al bullo".

E’ stata una vera lezione sul bullismo quella di Daniel Zaccaro agli studenti della scuola media Salvemini-La Pira. Oggi ha 29 anni ma quando parla il suo linguaggio non è così diverso da quello degli adolescenti che lo ascoltano dall’altra parte del video, sa quali argomenti e quali corde toccare per acchiappare l’interesse di chi lo ascolta. Daniel è un ex bullo e la sua discesa nel tunnel della violenza inizia proprio alla scuola media. Il Comune di Montemurlo ha deciso di portare la sua testimonianza per affrontare il tema in occasione della Giornata contro il bullismo.

"Già alle medie avevo collezionato il record di sospensioni. Lo facevo per essere visibile. Chi si comportava male nel quartiere aveva notorietà. Per me era il modo per sentirmi importante - racconta Daniel Zaccaro agli studenti - Il vero peggioramento però arriva alle superiori. Volevo avere tutto e subito, non volevo aspettare. Ho quindi iniziato a fare furti ai ragazzi benestanti sotto ai licei, poi sono arrivate le rapine". La refurtiva Daniel la nascondeva a casa di un amico, tanto che per molto tempo i suoi genitori non si accorgono nulla della doppia vita del figlio. Violenze, pestaggi, rapine Daniel finisce varie volte in carcere, prima al Beccaria, poi a San Vittore, finché non ottiene l’affidamento in prova alla comunità Kayro’s di don Claudio Burgio. Qui la sua vita ha una svolta, lentamente matura, studia e si iscrive all’università, impara il valore dell’educazione e del lavoro. Alla fine si laurea in Scienze dell’educazione ed oggi lavora nella comunità che lo ha salvato. "In carcere ho imparato il valore delle regole, quelle che mi erano mancate anche a casa - riflette Daniel- Ho capito il valore dell’amicizia vera, quella che non ti chiede nulla in cambio". Quando gli studenti gli chiedono cosa direbbe ad un bullo, Daniel risponde sicuro: "Non direi nulla, semplicemente lo ascolterei. Se mi volto indietro vedo la maschera del bullo, dietro la quale si nascondeva un ragazzo molto insicuro, senza autostima, che cercava nella violenza solo un modo per sentirsi accettato".

"Le testimonianze dirette sono le più importanti perché arrivano al cuore dei ragazzi - dice l’assessore alla pubblica istruzione Antonella Baiano -. Daniel ci insegna che si può sbagliare e ritrovare la strada maestra".

Silvia Bini