
Sandra Mannini, titolare da 26 anni dell’Antico Caffè di via Garibaldi
Prato, 21 febbraio 2016 - «Ho ricevuto tantissime richieste allettanti, anche da cinesi, per vendere il mio bar. Ma per il momento ho deciso di non cedere. Spero ancora di vedere di nuovo un centro storico tutto pratese. Ho scelto di resistere, anche per una questione di principio». Di cambiamenti Sandra Mannini, titolare da 26 anni dell’Antico Caffè di via Garibaldi, ne ha visti tanti. Lei, però, è rimasta sempre al timone (o dietro il bancone, se si preferisce) della sua attività, forte dell’apprezzamento di una clientela affezionata e anche fedele ad un’idea, quasi un sogno. «Di aperture e chiusure, da quando sono qui, ne ho viste tantissime. Tengo a precisare che non ho niente contro i cinesi o contro gli extracomunitari. Il mio non è razzismo – precisa –. La vedo più una visione romantica di come vorrei la mia Prato ideale, che però sono convinta potrebbe anche diventare realtà, con le dovute scelte politiche».
E quando Mannini si mette in testa una cosa, chi la conosce bene sa che è difficile farla desistere dal suo intento. Certo, il tempo passa, gli anni aumentano e le offerte continuano ad arrivare, a maggior ragione adesso che anche un altro negozio storico, come Corsi, ha già ceduto la mano a proprietari orientali. «La questione non è da sottovalutare. In questa strada, che rimane una delle più prestigiose del centro storico, molti negozianti sono ormai ampiamente sopra i 50 anni - insiste la titolare dell’Antico Caffè – Il ricambio generazionale, per vari motivi, stenta ad arrivare e la crisi colpisce tutti. Più che andiamo avanti e più sarà difficile resistere alle lusinghe di una buona offerta. Però dai primi due negozi in mano ai cinesi all’occupazione di tutta la strada il passo può essere molto breve. Via Pistoiese e il macrolotto zero ne sono un esempio».
C’è poi un altro fatto che non fa dormire sonni tranquilli a Mannini: «Vedo che sono nati un sacco di locali molto simili fra loro, tutti incentrati sulla movida e sul cocktail bar. Auguro le migliori fortune a tutti gli imprenditori giovani che hanno deciso di lanciarsi in queste nuove attività – aggiunge –. Ho solo paura che, trascorsi i primi anni, inevitabilmente poi finiscano tutti quanti per farsi una terribile concorrenza fra loro. E a quel punto il rischio che qualcuno poi decida o sia costretto a chiudere o a cedere i fondi è concreto».
La soluzione, e qui si torna al discorso fatto in precedenza, torna nelle mani della politica: «Per sostenere tutti questi locali o si spinge veramente tanto sul turismo, oppure si opta per una soluzione diversa – conclude Mannini – . Secondo me sarebbe il caso di far diversificare un po’ le aperture. Forse può pensarci l’amministrazione, nell’ottica di tutelare da chiusure o da ‘intrusioni’ estere quello che spero ancora di poter chiamare il ‘salotto buono’ di Prato».