"Non vale un fico secco!": sicuramente avrete sentito pronunciare questa frase usata come un’espressione dispregiativa, in quanto il fico secco è da sempre il cibo dei poveri. Invece a Carmignano, i fichi sono molto apprezzati e la loro coltivazione si tramanda di generazione in generazione. Infatti, i fichi costituiscono un importante motore per l’economia del territorio: "Benvenuto fico secco" è la festa che si svolge la terza domenica di ottobre quando la picciatura è conclusa e i fichi sono in vendita. Ma che cos’è la "picciatura"? Il lungo procedimento inizia verso la fine di agosto, con la raccolta dei frutti che vengono poi tagliati e posizionati su stuoie di canne. Dopo aver subito i vapori di zolfo, dovranno essere esposti al sole più volte, ovviamente avendo cura di riporli al chiuso la sera. Poi verranno "appicciati" due a due per formare le classiche picce dalla patina bianca e zuccherina. Le picce sono così famose che il comune viene chiamato anche "Carmignano da’ fichi". Il fico secco di Carmignano è presidio Slow Food. Il territorio ha molti altri prodotti enogastronomici da offrire: vino, olio, vin santo, biscotti tipici, quali i famosi cantucci e gli amaretti.
CronacaI fichi secchi sinonimo di qualità