REDAZIONE PRATO

I (pochi) negozi italiani. Un cambio è possibile?: "Ci avevamo creduto ma la viabilità non va"

Viaggio tra le attività italiane in via Pistoiese: quando la convivenza è possibile. Il problema parcheggi: "Siamo cinque negozi e un solo posto auto..." .

Gianni Capobianco, titolare insieme a Angelo Pittalà del bar Lo Scalino di via Pistoiese

Gianni Capobianco, titolare insieme a Angelo Pittalà del bar Lo Scalino di via Pistoiese

Sabato, via Pistoiese ore 11. Il camionista con un marcato accento campano parla a raffica mentre fa affari con un uomo cinese di mezza età, che si limita ad indicare zucche e cipolle. La trattativa alla fine va in porto senza che ci sia stato un minimo scambio di battute sensato: il camionista mette in tasca i soldi, l’uomo cinese si allontana con diverse cassette di verdura. È una delle tante immagini che scorrono lungo il perimetro del Macrolotto zero, quartiere alle porte del centro storico che non conosce sabati né domeniche. Il venditore di frutta e verdura arrivato dalla Campania accosta all’angolo con via Borgioli, poco più avanti c’è il camion di pesce che attende in strada i clienti. Questa è via Pistoiese, che resta un luogo dove la vera integrazione deve ancora fare passi in avanti.

I negozi con le insegne in ideogrammi sono affisse lungo tutte le strade del quartiere, le insegne italiane si contano sulle dita di una mano. Solo ieri un’altra saracinesca ha tirato giù i battenti per sempre: la ferramenta Signori, storica attività, ha salutato definitivamente Prato. Resterà aperta solo a Oste di Montemurlo e poco più avanti, a breve, è attesa la chiusura definitiva del negozio di fiori Baldesi. I motivi di queste cessazioni sono svariati, ma di fatto, si tratta di altri due negozi a gestione italiana che lasciano il quartiere più orientale d’Italia. Resistono il bar Lo Scalino, la farmacia Etrusca, il ristorante Cavallino Rosso e la tabaccheria. Chi resta ha trovato la formula giusta della convivenza, non senza fatica.

"Si parla di commercianti, non di italiani e cinesi, e noi con i commercianti della zona andiamo d’accordo", racconta Angelo Pittalà del bar Lo Scalino mentre allunga una mano per salutare Paolino. "Lui si chiama Paolino, ha il ristorante cinese poco più avanti", dice. "I clienti ci sono, la pasta al ragù piace molto e soprattutto piace a chiunque". Non sono tutte rose e fiori, ma il Bar Lo Scalino dimostra che un’integrazione è possibile. "Insieme ai negozi di questo tratto di strada diamo un rimborso spese ad un residente che ogni mattina viene a spazzare i marciapiedi", aggiunge. I negozi che si trovano davanti e vicino al bar sono tutti a gestione cinese: "Quello che serve lo fanno, ma io parlo di commercianti. I residenti magari hanno altre necessità e altre idee", precisa Pittalà. Il problema denunciato da chi lavora in via Pistoiese riguarda la viabilità: "I lavori di riqualificazione non sono mai decollati, diciamo così... - aggiunge Gianni Capobianco -. Qui siamo cinque negozi e un solo posto auto, non c’è più modo di parcheggiare così i clienti si scoraggiano. Ci avevamo creduto in una riqualificazione vera, nel fatto che questo quartiere potesse diventare anche un luogo di attrazione, ma è necessario che qualcuno ci ascolti. Noi dall’89 di cambiamenti ne abbiamo affrontati tanti e non ci spaventano, ma vanno gestiti". Nel frattempo arriva una comitiva di turisti: camminano lungo i nuovi marciapiedoni realizzati di recente dall’amministrazione. Si guardano intorno, entrano in un locale che serve zuppe nei piatti tipici cinesi. Scattano foto incuriositi. Rendere il quartiere un’attrazione turistica è possibile.

Silvia Bini