REDAZIONE PRATO

I servizi pubblici : "L’ora della terza via in nome dei cittadini"

Nicola Perini, presidente di Publiacqua e di Confservizi Cispel lancia un nuovo modello basato sui valori dell’Economia Civile. Bollette e disuguaglianze sociali e territoriali: "Dico sì a tariffe regionali" .

Nicola Perini, presidente di Publiacqua e di Confservizi Cispel lancia un nuovo modello basato sui valori dell’Economia Civile. Bollette e disuguaglianze sociali e territoriali: "Dico sì a tariffe regionali" .

Nicola Perini, presidente di Publiacqua e di Confservizi Cispel lancia un nuovo modello basato sui valori dell’Economia Civile. Bollette e disuguaglianze sociali e territoriali: "Dico sì a tariffe regionali" .

Squarcia il dibattito sulla gestione delle società dei servizi pubblici la posizione netta di Nicola Perini, presidente di Publiacqua e di Confservizi Cispet Toscana, già amministratore unico di Consiag (società pratese poi confluita in Alia Multiutility).

Perini lancia il valore "Economia Civile" che si fonda sul concetto della sussidiarietà circolare, "che valorizza e tiene insieme pubblico, mercato e società civile organizzata". Una visione "che ritengo sia non solo praticabile, bensì necessaria". Per arrivare ad "un patto sociale per affrontare concretamente le sfide dei servizi pubblici". Concretamente realizzabile anche attraverso decisioni nuove: "Per non moltiplicare le diseguaglianze una soluzione è quella di avere tariffe regionali, che rappresentano quella solidarietà pubblica sempre più necessaria".

Presidente Nicola Perini, il dibattito sulla Multiutility e sui servizi pubblici sarà centrale anche quest’anno in cui dovrebbero tenersi le elezioni regionali. Lei propone una terza via tra mercato e gestione pubblica.

"Ci hanno fatto credere che la crescita del Pil fosse la soluzione allo sviluppo delle comunità e dei Paesi. Invece oggi abbiamo comunità divise da profonde ingiustizie, crescono gli squilibri tra i territori e la finanza pubblica non riesce più a colmare le differenze, e questo mina l’universalità dei servizi essenziali, che è la base della coesistenza delle comunità. Nei processi di trasformazione, né mercato, né pubblico hanno dimostrato di essere in grado di tenere in armonia i tre pilastri della sostenibilità: sociale, economica e ambientale; da qui la proposta di ricorrere al paradigma dell’Economia Civile".

La terza via in nome dell’Economia Civile, secondo lei, è praticabile anche nella nostra Toscana?

"L’Economia Civile si fonda sul concetto della sussidiarietà circolare, che valorizza e tiene insieme pubblico, mercato e società civile organizzata. È una visione che ritengo sia non solo praticabile, bensì necessaria. Un’evoluzione dei modelli usati fino a oggi, un patto sociale per affrontare concretamente le sfide dei servizi pubblici. Lavorare con tutti gli attori significa attivare tutte le risorse necessarie, valorizzare i territori, responsabilizzare la collettività. Questo crea gli ‘anticorpi sociali’ che ci permettono di dare risposte alle fragilità riattivando un modello di responsabilità sociale sul territorio".

Concretamente cosa vuol dire? Tariffe uniche sui servizi per tutta la Toscana?

"Se manca l’intervento dello Stato e spostiamo la responsabilità della tenuta dei servizi dalla fiscalità generale alla tariffa, allora le città avranno più possibilità di rispondere alle esigenze dei cittadini, mentre altri territori resteranno indietro. Per non moltiplicare le diseguaglianze una soluzione è quella di avere tariffe regionali, che rappresentano quella solidarietà pubblica sempre più necessaria".

Aziende come società di benefit? Siamo pronti a guardare più al Bene Comune che al profitto?

"La scelta spetta alla proprietà, ovvero ai sindaci: i servizi sono una parte essenziale del rapporto tra l’Ente pubblico e la sua collettività. Il disinnamoramento della gente verso l’Ente Pubblico, che vediamo anche in fase elettorale, mette a rischio la democrazia. Dal mio punto di vista la scelta opportuna è moltiplicare gli sforzi verso le attese della collettività e i servizi al cittadino sacrificando la massimizzazione del profitto, che significa anche favorire la ricomposizione sociale che è precondizione dei processi democratici".

La società civile quindi dentro le aziende. Rappresentata da chi?

"La rappresentanza deve essere della società civile organizzata, che può contribuire a orientare le decisioni. Ma è fondamentale che vi sia un sistema di governance chiaro per rendere efficace questa partecipazione e significativi i contenuti di ‘Bene Comune’, che vadano oltre gli obiettivi della responsabilità sociale delle imprese".

Come si sta sul mercato con questi obiettivi?

"Il paradigma dell’Economia Civile responsabilizza tutti, anche i soggetti finanziari. Le società che gestiscono servizi rappresentano una risorsa per i soggetti finanziari, ma se questi intendono speculare sulle bollette dei cittadini allora è meglio farne a meno. Nella gara per il servizio idrico, per esempio, il soggetto privato dovrà portare competenze tecnologiche per facilitare lo sviluppo del servizio, ma questo deve essere accompagnato da una chiara visione strategica e dal controllo pubblico sugli obiettivi: la crescita economica è uno strumento, mentre l’obiettivo è la creazione di bene comune. Finanza e processi industriali sono strumenti, servizi e cura verso il cittadino sono gli obiettivi".

La Multiutility, secondo lei, può andare nel solco del suo messaggio?

"Il messaggio si rivolge principalmente alle aziende in monopolio, prima che alla Multiutility che opera anche in attività di mercato. Penso che le aziende regolate abbiano non solo la possibilità, ma il dovere di innescare meccanismi virtuosi. Le condizioni per poterlo fare ci sono e la Toscana, che in passato ha dimostrato grande capacità di innovazione, ha una responsabilità ancora maggiore nel poter segnare un’evoluzione di questa portata".

Luigi Caroppo