Dobbiamo abituarci a mezze alluvioni ogni volta che piove in modo importante, ma non eccezionale? Il pensiero è denso d’ansia, e rabbia, soprattutto per coloro che si sono messi (anzi rimessi) a pulire garage e scantinati. O per chi vive sospeso: al prossimo temporale scatterà l’evacuazione? Marco Morelli, geologo dell’Istituto Geofisico Toscano (ramo della Fondazione ParSeC), è realista: "Se non interveniamo massicciamente sì, dobbiamo aspettarci la stessa cosa a ogni pioggia abbondante".
Perché? Prima non era così...
"La quantità d’acqua del 2 novembre 2023 ha innescato, dai versanti, enormi colate di detriti che, lungo i torrenti hanno messo in moto una quantità di materiale spaventosa verso valle. Basta andare lungo il Bagnolo, o sul Cambiaticcio a Carmignanello: vedrete centinaia e centinaia di metri cubi di materiale alluvionale portato a valle. Questo ha portato a un sovralluvionamento degli alvei. Con il tempo, in natura, questo materiale si ridistribuiva nelle piane. Ora ci sono case e strade: e si deposita lì. Quando si deposita nell’alveo diminuisce la sezione idraulica e si ostruiscono i ponti. Vedi Figline, dove il tappo è ‘doppio’: in passato sono stati fatti tombamenti o ricostruiti piccoli ponticelli che fanno da sbarramento. E con i detriti in più fanno da diga".
Come bisogna agire?
"Gli interventi che dovevano essere fatti subito erano quelli di rimozione del materiale alluvionale dai letti, ma la normativa rallenta molto o addiruttura blocca la situazione. Il letto di molti torrenti si è alzato dopo l’alluvione: la Bardena, il Bagnolo, il Rio di Migliana, il Cambiaticcio. Il Bisenzio stesso, andando a monte del cavalciotto che arriva a Santa Lucia. Ci sono letti che si sono sollevati anche di un metro e mezzo. La sezione idraulica si è ridotta di molto".
Ha dei dati?
"La Bardena nel tratto a monte dell’attraversamento per Cerreto, dove c’è stato il tappo, è sovralluvionata (ossia si è alzata a causa del materiale alluvionale) anche di 1,70 metri. Il Bagnolo in alcuni tratti, come a monte della zona della Villa del Barone, di 2,5-3 metri. Nel Cambiaticcio, affluente di sinistra del Bisenzio, a Carmignanello, e nel Rio di Migliana in alcuni tratti ci sono accumuli di 5-6 metri".
E’ passato un anno e il Genio civile o le amministrazioni competenti non sono riuscite a rimuovere questo materiale.
"Io mi metto nei panni di chi deve mettere la firma per rimuovere i detriti e si trova una normativa avversa. In passato per evitare che i corsi d’acqua fossero usati come ’cave’ è stato fatto divieto di incidere in modo pesante sullo spostamento di depositi dal fondo. Inoltre nei letti, nelle sabbie, nei fanghi possono esserci inquinanti. O materiali naturali come le ’serpentiniti’ che sono rocce che contengono tracce di amianto. Le troviamo nel Bagnolo e nella Bardena che scendono dal Monte Ferrato".
Quindi i detriti che stanno alzando i letti andrebbero trattati come rifiuti speciali?
"Sì, ma sarebbe assurdo. Avrebbe anche dei costi insostenibili. E che tempi poi? Mentre prendere quel materiale e stoccarlo in una cava del Monte Ferrato ha un percorso normativo complesso, ma segue il buon senso. Andrebbero cambiate le normative a livello nazionale e regionale: è giusto che ci sia attenzione sulla tutela degli alvei, ma in condizioni che seguono eventi straordinari come un’alluvione la normativa dovrebbe permettere interventi più rapidi e più efficaci".
Il commissario straordinario non può nulla?
"È stato fatto davvero tutto il possibile ma il commissario ha potere su procedure ecomiche e amministrative, avrebbe difficoltà a derogare determinate normative riguardanti la tutela ambientale".
Maristella Carbonin