"L’azionariato popolare? Una situazione complessa da allestire sotto alcuni punti di vista, ma tutto sommato praticabile secondo me. Anche a Prato: penso a qualcosa tipo l’esperienza di Orgoglio Pratese di ormai un decennio fa, ma più strutturata e con una maggior sensibilizzazione per quanto riguarda la base ed i tifosi". Stefano Pagnozzi, presidente di Supporters in Campo (SiNC) in merito all’idea dell’azionariato ricorda l’iniziativa di Orgoglio Pratese, il soggetto costituito da imprenditori e tifosi pratesi (guidato dall’amministratore delegato di Mediatori Group Mirko Cecconi) che nel 2016 rilevò dalla famiglia Toccafondi la maggioranza del Prato.
Un progetto che su certi aspetti precorreva i tempi ed i discorsi attuali: l’idea a livello gestionale, in soldoni, era quella di trasformare il club laniero in una società sul "modello spagnolo", ampliando la base e delegando ad esempio all’assemblea dei soci l’elezione del presidente e le decisioni societarie più importanti. L’esperienza di Orgoglio Pratese si concluse dopo una sola stagione, lasciando in dote quella che che ad oggi resta l’ultima salvezza del Prato in Serie C: nell’estate del 2017 il club tornò a Paolo Toccafondi ed arrivarono prima la retrocessione in D e poi il mancato ripescaggio nel 2018 anche a causa della "questione stadio".
Ma il supporto e l’entusiasmo della tifoseria nei confronti di Orgoglio Pratese non mancarono, nella prima fase: vedere un Lungobisenzio stracolmo in occasione della prima gara del campionato di Serie C 2016/17 contro il Tuttocuoio ad esempio, oggi sembra quasi fantascienza. "Faccio l’esempio dell’Aquila, dove la dirigenza è riuscita a raggranellare quasi un milione di euro dalle sponsorizzazioni delle imprese locali: penso che anche a Prato ci sia terreno fertile, sotto questo punto di vista – ha detto Pagnozzi – certo, serve una sinergia fra la società, l’imprenditoria e l’amministrazione: gli investitori devono essere incentivati ad investire". E sull’eventualità di ripartire da una nuova proprietà, Pagnozzi lascia aperte più strade.
"Per rilanciare l’entusiasmo servirebbe forse un cambio al vertice. Ma bisogna capire anche se ci sia qualcuno intenzionato a rilevare la società e ad investire – ha concluso – qualora l’attuale proprietà dovesse farsi da parte senza trovare un nuovo investitore, penso che la spinta debba arrivare da imprese del territorio e dai tifosi. Se non per rilevarla a lungo termine, almeno per valorizzarla ed attrarre interessati". Un "nuovo" Orgoglio Pratese, forse.
Giovanni Fiorentino