Costava un euro nel 2009 quando aprirono il locale in via Garibaldi e costa un euro anche oggi che sono in piazza delle Carceri. Resiste Tania Gazzo di Caffè Poirot e la sua è una forma di resistenza ‘politica’ in tempi in cui i rincari dell’oro nero picchiano duro: i prezzi dell’Arabica e del Robusta (le due principali varietà di caffè) sui mercati internazionali sono schizzati alle stelle, complici gli eventi meteo estremi nei paesi dell’America Latina e in Vietnam ma anche le tensioni nel canale di Suez.
Ma la tazzina è la tazzina, un piacere e un gesto quotidiano che è sempre più difficile far pagare con una sola moneta. "Abbiamo semmai rincarato un po’ i pezzi dolci per via dell’aumento di altre materie prime come il burro lasciando inalterato il prezzo dell’espresso", racconta Tania. Il centro storico di Prato è un’isola felice rispetto a Firenze dove si arriva anche a 1,50 euro per la pausa caffè. Ma in qualche caso questa è già diventata più amara.
Anche se non sembrano suonare qui le sirene di Assoutenti che, insieme al Centro di formazione e ricerca sui consumi, in una recente indagine ha paventato la prospettiva sempre più concreta del caffè a 2 euro, i rincari delle materie prime colpiscono dappertutto.
C’è chi la tazzina al banco l’ha già ritoccata all’insù, chi vuol resistere con un prezzo ‘politico’ e c’è chi si prepara ad aumentare di pochi spiccioli quello che è un rituale anche per tanti pratesi. Circoli Arci compresi: sono tempo duri anche per loro. "Sei stufo di dover ormai accendere un mutuo ogni volta che vai a fare colazione al bar? Da noi un caffè e una pasta costano ancora 2,20". Si leggeva così un po’ di tempo fa sulla pagina Facebook del circolo Arci 29 Martiri di Figline. Dove il caffè a 1,10 euro ha i giorni contati. "Arriverà prossimamente a 1,20 euro – fa sapere il vicepresidente del circolo Bruno Becchi - Sappiamo che l’Arci sta lavorando a un nuovo listino per tutti i bar dei circoli. E comunque si tratta di dieci centesimi in più che equivalgono a 1.500 euro in fondo all’anno. Non è speculazione: è aumentato tutto".
Vai a dirlo ad Antonio e Rita Cangioli dello storico bar Formica di corso Mazzoni: da loro l’espresso al bancone è già a quota 1,30 euro dal 1 gennaio. "Abbiamo sempre assorbito i rincari della materia prima che ora non è più possibile sostenere – sottolinea Antonio – tenendo conto anche che continuano ad aumentare le bollette di luce e acqua. Diciamo la verità: questa storia del caffè a un prezzo ‘politico’ è solo in Italia. In altri Paesi europei la tazzina costa almeno 3 euro. Se pensiamo che nel 2000 berla al bar costava in lire ciò che oggi sono 83 centesimi, significa che in 25 anni abbiamo aumentato davvero di pochi spiccioli".
E i clienti che dicono? Chi è assuefatto al caffè ci fa meno caso. "La percezione dei rincari c’è, eccome – ammette Mario Anastasi del Caffè Coppini, un’istituzione in piazza Duomo – Noi non aumenteremo il prezzo (oggi costa 1,30 euro ndr) perché lo abbiamo già fatto nel 2024: siamo stati fra gli ultimi a farlo". Anno nuovo, insegna nuova in Largo Carducci.
Maria Lardara