Prato, 24 giugno 2024 – Non ha potuto ancora lasciare il carcere della Dogaia, Sergio Turini, tenente colonnello dei carabinieri, arrestato il 30 maggio scorso con l’accusa di corruzione, nonostante il tribunale del Riesame abbia disposto per lui i domiciliari il 14 giugno. A dieci giorni dal pronunciamento del Riesame, Turini è ancora ristretto in carcere perché manca il braccialetto elettronico. Il dispositivo non è disponibile – circostanza che non è così rara – nonostante le sollecitazioni del legale del carabiniere, Giovanni Renna, per velocizzare l’uscita dal carcere del suo assistito. La buona notizia è che dovrebbe arrivare domani consentendo così a Turini di tornare a casa. Evidentemente i braccialetti elettronici in dotazione alla Questura di Prato erano tutti già applicati e così è stato necessario fare domanda per averne uno nuovo. L’iter burocratico richiede tempo, un’eternità per chi lo sta aspettando. Turini è entrato alla Dogaia a fine maggio su disposizione del gip di Firenze Anna Liguori.
La misura cautelare è stata chiesta dalla Dda nell’ambito dell’inchiesta su un presunto giro di "favori" a imprenditori italiani e cinesi. Per l’accusa Turini avrebbe messo a disposizione di persone influenti i suoi "servizi" venendo meno ai suoi doveri di pubblico ufficiale. Insieme a lui sono finiti ai domiciliari Riccardo Matteini Bresci, ad del Gruppo Colle, e un investigatore privato di Torino, Roberto Moretti, amico di vecchia data di Turini, entrambi accusati di corruzione.
Dopo l’arresto l’avvocato di Turini ha fatto ricorso al Riesame per chiedere l’annullamento della misura cautelare negando soprattutto l’ipotesi di reato di corruzione. In tre giorni il Riesame si è espresso mandando Turini ai domiciliari con braccialetto elettronico nonostante la Procura avesse chiesto la conferma del carcere. Durante l’udienza, durata oltre 5 ore, la Procura ha depositato nuovi atti, con elementi emersi dalle intercettazioni successive alla richiesta di misura cautelare.
Il Riesame si è espresso in tre giorni ma da allora, era il 14 giugno, Turini non ha potuto beneficiare dell’attenuazione della misura a causa di un pasticcio burocratico. Il legale del carabiniere, settimana scorsa, ha fatto richiesta al gip di Firenze di poter mandare Turini ai domiciliari anche senza il braccialetto elettronico in attesa che il dispositivo fosse disponibile. Richiesta rigettata dal gip che però ha annotato come ritenesse inutile il braccialetto in quanto non ci sarebbe pericolo di fuga. Domani, comunque, il dispositivo dovrebbe arrivare consentendo a Turini di lasciare la Dogaia.
Si attende, invece, l’esito del Riesame per Matteini Bresci. Il suo avvocato, Pier Matteo Lucibello, ha chiesto l’annullamento della misura cautelare, i domiciliari. Il responso dovrebbe arrivare in queste ore. Resta per ora in carcere Moretti, difeso da Flavio Campagna. Moretti era finito agli arresti domiciliari, come Matteini, ma la misura è stata aggravata in quanto l’investigatore ha ri sposto a una telefonata di lavoro nonostante la misura cautelare imponga il divieto di comunicare con l’esterno.