I problemi strutturali del Buzzi, la scuola per eccellenza simbolo della formazione per il distretto, arrivano sul tavolo del provveditore regionale. Dopo la protesta degli studenti che hanno annunciato uno sciopero e una manifestazione sotto la sede della Provincia per il 28 novembre e dopo la conseguente visita del presidente della Provincia Simone Calamai, che mercoledì si è recato a scuola per verificare di persona le segnalazioni e lo stato di degrado, ecco che il dirigente Alessandro Marinelli, ha preso carta e penna per comunicare anche al provveditorato le condizioni in cui versa l’istituto di viale della Repubblica, e quindi sollecitare un intervento urgente. "Vorrei richiamare l’attenzione sulla necessità di predisporre urgenti interventi di manutenzione straordinaria delle strutture assegnate all’istituto tecnico Tullio Buzzi, al fine di permettere agli alunni ed al personale che vi lavora di potere usufruire di un ambiente idoneo e funzionale allo svolgimento dell’attività didattica e amministrativa", si legge nella lettera inviata ieri al direttore dell’Ufficio scolastico regionale Ernesto Pellecchia.
"E’ superfluo sottolineare il fatto che l’istituto Buzzi rappresenti, nell’ambito del contesto pratese, una istituzione scolastica di eccellenza, sia per il livello di qualità dei servizi scolastici offerti, sia per l’ottima preparazione ai propri alunni e come lo stesso istituto sia fattore nevralgico di crescita e sviluppo del contesto socio-economico. Confido, quindi, che vi sia una rapida soluzione agli ormai annosi e gravi problemi di edilizia scolastica della sede che hanno avuto, per permettere all’istituto di potere continuare a garantire la qualità del servizio scolastico, consentendo alla comunità scolastica di potere usufruire di idonei ambienti di apprendimento e lavoro".
I problemi denunciati dal dirigente e documentati da una serie di fotografie pubblicate anche da "La Nazione", non sono banali e necessitano di un intervento immediato e forte a cominciare dalla messa in sicurezza della scala esterna alla scuola ormai chiusa da quattro anni, che impone a chiunque di passare da un corridoio laterale di fatto privando la scuola anche del proprio storico ingresso. Poi infiltrazioni copiose e cedimenti strutturali che stanno mettendo a rischio la didattica e le attrezzature presenti all’interno della scuola. Attrezzature da centinaia di migliaia di euro, fondamentali per formare i tecnici tessili di cui il distretto ha tanto bisogno. Un ultimo tentativo perché il Buzzi possa essere ancora scuola d’eccellenza. Anche a livello strutturale.