Il calcio piange Niccolai. A Prato la sua ultima tappa

Vinse lo storico Scudetto con il Cagliari nel 1970. Iconici i suoi autogol. In biancazzurro non riuscì ad evitare la retrocessione della squadra in C2 . .

Il calcio piange Niccolai. A Prato la sua ultima tappa

Il calcio piange Niccolai. A Prato la sua ultima tappa

Campione in campo e fuori per quella concretezza e forza come calciatore, per quella linearità e correttezza come uomo che te lo rendevano subito amico. Se l’è portato via - nella notte fra lunedì e martedì - mentre si trovava all’ospedale di Pistoia - un malore improvviso all’età di 77 anni, dopo aver visto una Nazionale italiana in gramaglie. Fu Prato l’ultimo approdo di Comunardo Niccolai, dopo peripezie in squadre diverse fra cui il Cagliari con lo scudetto del 1970 e la Nazionale, che gli avevano procurato tante gioie per dare seguito poi a una sorta di sindrome del campione, con i celebri autogol spiegati negli ultimi anni da psicologi nazionali come una sorta di semplificazione calcistica dell’ex celebre difensore verso soluzioni meno impegnative come la ricerca sbrigativa di appoggio al proprio portiere. Ma negli anni precedenti aveva contribuito più il caso che il condizionamento psicologico a certe défaillance che lui spiegava con autoironia, lasciando anche nei critici più capziosi una sorta di benevola assoluzione.

Uno arcigno come lui, orginario di Uzzano, non si trovava facilmente. In più ci metteva eleganza che per gli stopper di allora era una qualità non richiesta. Le stesse autoreti di Comunardo, che deve il suo curioso nome di battesimo al papà, Lorenzo, che lo chiamò così in omaggio alla Comune di Parigi, furono tutt’altro che banali poiché davvero clamorose per la dinamica o per l’importanza della partita, al punto da diventare proverbiali e da sembrare quasi frutto di un oscuro destino. Ci vuole stile anche nella sfortuna. Nel Prato, stagione 1977-78 serie C1, presidente Alfredo Senatori, allenatori in successione Grassi, Landoni, Dell’Angelo (già prima di Commini certi allenatori biancazzurri erano votati al trapasso), aveva mostrato le qualità arcinote contribuendo all’inviolabilità del campo contro il Grosseto. A suo fianco, fra gli ex calciatori non più in servizio attivo, ecco Rosangelo Colombo, Gianni Biagi, Umberto Fantozzi, Piero Lenzi, Gabriele Zottoli. Niccolai, chiamato al capezzale del Prato per evitare una crisi già nell’ordine delle cose ma già costretto per infortunio ad abbandonare il campo nella partita successiva contro il Chieti con sostituzione di Lenzi al 36’, non evitò al Prato la retrocessione in C2. A 32 anni Niccolai cessava per infortunio la sua presenza come calciatore per poi allenare la Nazionale femminile per due stagioni consecutive. Comunardo lasciava l’eredità al figlio Antonio, che fu prima calciatore nella squadra del Convitto Cicognini guidata da Nencetti , poi in altre società più celebri e infine allenatore di diversi club di serie C, tra cui Viterbese, Pistoiese, Juve Stabia e Torres. Ai familiari le condoglianze del nostro giornale.

Roberto Baldi