Tra i migliaia di questi giorni, ieri ha fatto discutere, a Santa Lucia, un post sui social di Filippo La Porta che vive vicino al Cavalciotto. Il cittadino ha evidenziato che la notte dell’alluvione l’acqua che ha invaso via Bologna è passata anche da un cancello ricavato "tra due pilastri inclinati che facevano parte del muro di contenimento della curva del Bisenzio. Vero che questo cancello ha più anni di me – ha scritto La Porta – ma qualcuno mi può spiegare chi ha autorizzato la demolizione del muro di contenimento per fare un cancello privato?". Santa Lucia (nella foto i volontari a spalare) è uno dei quartieri feriti in modo più pesante dell’alluvione e quello che ha subito le conseguenze peggiori sul fronte della mancanza di acqua potabile (serviranno interventi sull’acquedotto). Il post ha subito fatto discutere, ma l’assessore all’urbanistica Valerio Barberis esclude che l’apertura nel muro, che esiste da circa 40 anni, possa in qualche modo aver peggiorato la situazione. La tempesta di giovedì notte è stata un evento unico nella storia della città, con una forza che nemmeno il muro intero avrebbe potuto contenere. "Non sarebbe cambiato nulla. Se ci fosse stato il muro l’acqua sarebbe arrivata in strada pochi metri più a nord, dove c’è un altro muro più basso con un giardino – spiega Barberis –
La casa a cui si accede dal cancello esiste dal 1938 ed ha una porzione di verde sul Bisenzio che non è nemmeno alveo del fiume ma proprietà privata. Lì un argine non c’è mai stato, perché non
è mai successo nulla di simile. C’era solo un muretto privato che è stato spazzato via per la forza dell’acqua. Cancello o no, giovedì sera si sarebbe allagato tutto lo stesso".