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Il caso del vigile va in Parlamento: "La rete della municipale è sicura?"

La deputata La Porta (FdI) presenta un’interrogazione: "Presupposti per richiedere ispezioni ministeriali"

L’onorevole di Fratellid’Italia, Chiara La Porta

L’onorevole di Fratellid’Italia, Chiara La Porta

Il caso dell’agente di polizia municipale a processo per detenzione di materiale pedopornografico, approda in Parlamento. L’onorevole di FdI, Chiara La Porta, ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al ministro dell’Interno e al ministro per la pubblica amministrazione per sapere se sono a conoscenza del livello di protezione della rete internet del comando di Polizia municipale di Carmignano e se potrà essere effettuata una ispezione.

La vicenda, esplosa una settimana fa, continua a far discutere anche perché, in base alla ricostruzione effettuata dalla Procura della Repubblica di Firenze, l’agente ha scaricato un quantitativo enorme di materiale (oltre 237 gigabyte di file pedopornografici, suddivisi in 153.347 immagini e 1117 video) in un periodo che va dal 2015 al 2024, utilizzando la sua postazione e raccogliendo il tutto in una cartella denominata "autovelox".

Possibile che in quasi 10 anni il computer non sia stato sottoposto a manutenzione o sostituito e di conseguenza “formattato“ il contenuto, dagli uffici informatici del Comune?

Tutto inizia nell’ottobre scorso quando un tecnico informatico, intervenuto per un virus, trovò le prime tracce di questo materiale e informò l’allora comandante Rolando Palagini, il quale – su ordine della Procura – svolse una delicata indagine interna, catalogando tutto il materiale, come richiesto. Con la denuncia in Procura, l’agente fu sospeso dal servizio, denunciato anche per omessa custodia dell’arma e peculato.

Successivamente, il pm Sandro Cutrignelli ha esercitato l’azione penale nei confronti dell’agente, con il rinvio a giudizio: la data di inizio del processo deve essere fissata.

"L’accusa – spiega l’onorevole La Porta nella sua interrogazione depositata il 5 marzo – oltre ad avere un peso specifico di natura penale, fa sorgere importanti quesiti in ordine alla sicurezza della rete informatica del comando. Il comandante Palagini in questi anni si è sempre speso nella sua attività e nonostante questo, pochi mesi prima di maturare il diritto alla pensione, non è stato confermato nel ruolo di vertice, configurando un incomprensibile demansionamento. In consiglio comunale, la questione è stata sollevata ma senza trovare una giustificazione né una risposta alla domanda se il provvedimento fosse connesso all’indagine condotta sul materiale pedopornografico. A questo punto, chiedo ai ministri se ritengano sussistenti i presupposti per adottare iniziative di competenza, anche di carattere ispettivo".

M. Serena Quercioli