REDAZIONE PRATO

Il Cinquecento Toscano . Pontormo, la prima trasferta per una mostra monumentale

Nel 1938 la Visitazione lasciò Carmignano: non era mai successo. Poi lo scoppio della guerra. Oltre 10 anni lontana da casa. Dal 3 ottobre sarà alla Villa di Poggio. Chissà per quanto tempo. .

Il disegno preparatorio della Visitazione

Il disegno preparatorio della Visitazione

Fu una mostra monumentale quella dedicata al Cinquecento toscano a Palazzo Strozzi, con la curatela di Giovanni Poggi. Inaugurata il 28 aprile del 1940 segnò un punto di svolta per la valorizzazione di Pontormo e di Rosso Fiorentino, non più solo "pittori di maniera", ma innovatori di genio. Furono ben 14 le opere di Pontormo in mostra, a cui si aggiunsero trentatré disegni prestati dal Gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi, tra cui il bozzetto della Visitazione. Nelle sale del palazzo opere di Michelangelo (tra le quali il Tondo Pitti e il Tondo Doni), Andrea del Sarto, Alessandro Allori, Bronzino, Giorgio Vasari e Beccafumi. La mostra chiuse in anticipo per l’ingresso in guerra dell’Italia e fu così che la Visitazione venne spostata a Poppiano, dove rischiò di venire distrutta dalle bombe e dovette essere sottoposta a un difficile resaturo. Oltre dieci anni lontana dalla sua casa, la Pieve di San Michele: la prima e la più lunga "trasferta" da Carmignano nella sua storia secolare.

Adesso il secondo importante distacco, in attesa dei necessari lavori di restauro del complesso di San Michele. Il prossimo 3 ottobre il capolavoro del Pontormo sarà esposto nella sala del fregio della Villa Medicea di Poggio a Caiano, a pochi metri dalla magnifica lunetta affrescata dal pittore nel salone Leone X. Per la prima volta si troveranno accanto. Senza la mostra di Palazzo Strozzi, chissà se anche la Visitazione avrebbe trovato rifugio nella villa poggese, come fu per tante opere d’arte toscane e pratesi negli anni della guerra.

Per tornare alla grande esposizione del 1940, nel comitato permanente per le mostre di Palazzo Strozzi c’erano nomi di primo piano della cultura del tempo, tra i quali il poggese Ardengo Soffici e Giovanni Papini, entrambi accademici d’Italia.

an. be.