REDAZIONE PRATO

Il corteo contro lo sfruttamento. Gli "invisibili" e la lotta per i diritti. Nuovo picchetto davanti a una ditta

In migliaia alla manifestazione organizzata dal Sudd Cobas dopo il pestaggio degli operai in sciopero. Il sindaco di Carmignano lancia la sfida: "Sono pronto a convocare i proprietari dei capannoni".

Il corteo contro lo sfruttamento. Gli "invisibili" e la lotta per i diritti. Nuovo picchetto davanti a una ditta

In migliaia alla manifestazione organizzata dal Sudd Cobas dopo il pestaggio degli operai in sciopero. Il sindaco di Carmignano lancia la sfida: "Sono pronto a convocare i proprietari dei capannoni".

In 1.500 circa hanno marciato ieri pomeriggio nella zona artigianale di Seano contro la mafia e lo sfruttamento degli operai e soprattutto per ribadire due diritti: quello allo sciopero e alle 40 ore settimanali. La manifestazione del sindacato Sudd Cobas ha richiamato in via Galilei amministratori, sindacati (la Cgil regionale con il segretario Rossano Rossi ma non quella pratese, né c’erano bandiere di Cisl e Uil), famiglie, pensionati e associazioni fra cui Libera. A colorare il corteo i fumogeni e in sottofondo i tamburi del gruppo "Insorgiamo" dell’ex Gkn e poi anche la presenza dei bambini con i genitori, dei cani al guinzaglio. Per Luca Toscano, di Sudd Cobas, questa è già una vittoria: "E’ la prima domenica di riposo per i lavoratori delle 4 aziende che hanno accettato di contrattualizzare a 40 ore settimanali i loro 12/15 dipendenti. Abbiamo vinto con i nostri scioperi in tutte le 4 aziende tranne che alla Lin Weidong dove gli 8 lavoratori sono costretti a turni di 12 ore 7 giorni a settimana. Da domani (oggi, ndr) pretendiamo chiarezza e l’obbligo di condannare, da parte delle istituzioni chi sfrutta la manodopera. Questa forma di lotta, con gli scioperi e i picchetti, davanti alle aziende l’abbiamo iniziata nel 2018 e da allora 26 operai sono stati feriti a seguito delle aggressione: nessuno ha pagato, non c’è stato alcun processo". Il sindaco di Carmignano Edoardo Prestanti ha lanciato una proposta interessante: "La sfida parte proprio da domani e la tematica è evidente: ricostruire il tessuto dei diritti più importanti, c’è da impegnarsi con l’attivazione degli sportelli sul territorio in grado di dare strumenti ai lavoratori per far emergere le criticità e le irregolarità. Ed è il momento di responsabilizzare i proprietari dei capannoni che siano italiani o cinesi. Chiederò alla Prefettura di farlo, altrimenti posso convocarli io". In mezzo al corteo anche don Helmut Szeliga, parroco di San Giusto. E prima della partenza Hakim, un lavoratore pakistano ha dato questa testimonianza: "Da 13 anni sono in Italia e da 6 anni lavoro a Prato e mi sento cittadino pratese. Per 4 anni non mi hanno pagato i contributi e ho capito che non potevo continuare a lavorare così".

Al rientro del corteo in via Galilei ultimi ringraziamenti del Sudd Cobas che ha annunciato l’apertura di un’altra battaglia: a circa 200 metri, in via Copernico, è stato montato un gazebo per un presidio permanente davanti alla W.I. "Si tratta – spiega Sarah Caudiero del Sudd Cobas – di una stireria e confezioni, di proprietà cinese, che ha 18 "dipendenti" senza alcun contratto cioè lavoratori a nero. Due di loro si sono uniti al corteo. Siamo venuti a conoscenza della vicenda perché questi lavoratori si sono rivolti al sindacato, per le stesse condizioni di lavoro". M. Serena Quercioli