REDAZIONE PRATO

Il debutto sul palco della Rivista "Madonna che silenzio c’è stasera Quell’intuizione durante le prove"

L’amico Lamberto Muggiani ricorda i primi anni di Nuti da studente del Buzzi e aspirante attore "Veniva la sera da me, Rodolfo Betti e Roberta Betti per contribuire a scrivere insieme lo spettacolo".

Il debutto sul palco della Rivista "Madonna che silenzio c’è stasera Quell’intuizione durante le prove"

"Francesco aveva una marcia in più. Gli applausi che prendeva lui? Il doppio dei nostri nonostante facesse delle piccolissime parti perché nel teatro non conta quanto si fa, ma come si fa". Lamberto Muggiani Piccioli, anima della Rivista del Buzzi ricorda gli anni di Nuti studente-attore. Dagli esordi sul palco del Metastasio alle prime apparizioni alle Feste dell’Unità fino al monologo "Pollo d’allevamento" che Rodolfo Betti scrisse per Nuti e che fu il trampolino per uscire dai confini di Prato.

Tanti i flash legati a Nuti, giovane, scanzonato, determinato nel voler essere attore e regista: "Si interessava, arrivava la sera quando c’eravamo io, Rodolfo Betti, Roberta Betti che eravamo a buttar giù idee e lui voleva contribuire, non si limitava al palco", ricorda l’ex Paglietta. "Una sera venne da me al Metastasio e mi disse, Lamberto, voglio fare un film partecipi?. Gli chiesi il titolo e lui non lo sapeva. Ci pensò due minuti e puoi mi disse: lo intitolo ’Madonna, che silenzio c’è stasera’. E per la mezz’ora successiva continuava a ripetere la frase, senti che silenzio c’è stasera...".

Nato a Firenze, quando aveva sei anni, Francesco Nuti si trasferì a Prato e scoprì una delle grandi passioni della sua vita: il biliardo. E poi c’era il calcio. Si allenava e giocava nel campo di Narnali. Era bravo, ma in quegli anni in città c’era uno molto più bravo di lui, si chiamava Paolo Rossi. Abbandonato quindi il sogno di diventare un calciatore, Nuti provò a concentrarsi sugli studi. Dopo essersi diplomato perito chimico al Buzzi tentò un primo approccio al tessile, ma all’ultimo anno delle scuole superiori aveva scoperto la recitazione, il teatro, il cabaret grazie alla Rivista con la quale debuttò nel ’73 con "Abra chi braca". Da lì in poi fu un crescendo.

"Nuti non avrebbe mai fatto il chimico perché un giorno nella pausa pranzo tornò a casa e mi raccontò che sua madre aveva fatto il brodo: si mise seduto al tavolo, mangiò il primo cucchiaio di minestra e il brodo diventò tutto blu. Gli era rimasto il colore per tingere i tessuti nei capelli. Da quel giorno mi disse: Lamberto io non sono buono per fare il chimico". I ricordi su Nuti giovane e con tanti sogni si rincorrono, gli applausi risuonano nelle orecchie: "Siamo stati amici per tanto tempo – chiude Muggiani – Poi il successo lo ha portato su strade diverse, ma ricordo gli anni dell’esordio con grande affetto".

Silvia Bini