Il dolore al circolo : "Era qui il giorno prima a scherzare con noi. Chi poteva odiarlo?"

Gli amici di Sant’Ippolito non hanno mai creduto alla pista del suicidio "Il suo scopo era quello di sistemare la figlia. Troppe cose non tornano". Il fratello lo ha riconosciuto dalla scarpe che gli aveva regalato a Natale.

"L’hanno ammazzato, non ne ho dubbi. Lui non si sarebbe mai tolto la vita, lo conosco troppo bene. Il suo scopo nella vita era sistemare la figlia. E poi le circostanze sono troppe strane. Non torna nulla". Si asciuga le lacrime dagli occhi mentre parla dell’amico. Poi si alza per andare a prendere una boccata d’aria perché l’idea che non ci sia più lo fa stare troppo male. Ieri al circolo Arci "Giuseppe Rossi" di Sant’Ippolito, chiaramente, non si parlava d’altro. La morte improvvisa e in circostanze misteriose di Alessio Cini, 57 anni originario di Prato ma residente da anni ad Agliana, ha colto gli amici del circolo come un fulmine a ciel sereno. Cini frequentava il circolo quasi quotidianamente. Andava a fare visita e ad aiutare la sorella, disabile, che abita accanto al locale. Era l’occasione per scambiare due chiacchiere con gli amici, prendere un caffè, scherzare, parlare dell’ultima partita del Prato, di politica. Il giorno prima della tragedia, Cini era andato come sempre a fare colazione a Sant’Ippolito. "Era tranquillo, nulla faceva presagire una tragedia così – spiegano i frequentatori del bar – Aveva una vita molto impegnata, con la figlia che accompagnava ovunque e la sorella, di cui si prendeva cura da anni. Ma lo faceva sempre con estrema serenità".

"Non me ne faccio una ragione – spiega un amico di infanzia di Cini – Ho passato la vita con lui. Abbiamo fatto le vacanze insieme quando eravamo ragazzi. Uscivamo insieme. Era una persona eccezionale, aveva una intelligenza fuori dal comune. Ed era veramente così, non lo dico ora come si fa quando qualcuno muore".

Cini era conosciuto da tutti a Sant’Ippolito. In passato era stato presidente del circolo "Giuseppe Rossi". Nel 2004 si era perfino candidato alle elezioni amministrative nella lista "La Sinistra per Prato viva". Da sempre lavorava come tecnico di magazzino alla "Microtex", azienda del settore tessile, di via Edison, dove tutti lo ricordano come un "collaboratore instacabile", una persona di cui "potersi fidare". Aveva lasciato Sant’Ippolito prima di sposarsi e si era trasferito ad Agliana. Separato da anni, viveva con la figlia adolescente, a cui era legatissimo, nella casa di via Ponte dei Baldi dove lunedì mattina è stato trovato semi carbonizzato.

"Anche il fratello non crede al gesto volontario – racconta un altro frequentatore del circolo – Il corpo era carbonizzato, è stato lui a riconoscerlo dalle scarpe che gli aveva regalato prima di Natale. E poi le circostanze non tornano. Come è possibile che si sia ucciso in fondo alle scale di casa? Qualcuno lo ha chiamato nella notte, lui è uscito e lì chissà cosa è successo. Aveva le scarpe sporche di terra ma si trovava su un piazzale. Come è possibile? Non sono stati trovati accendini, fiammiferi o acceleranti. Con che cosa si sarebbe dato fuoco? E poi non è vero che era depresso. Una persona che ha la depressione è cupa, triste. Lui era lo stesso di sempre". "Siamo sconvolti – concludono dal circolo – Per noi è una tragedia enorme, abbiamo perso l’amico di una vita. L’amico di tutti".

Laura Natoli