Riflettori accesi sul distretto perché i segnali preoccupanti dell’ultimo semestre del 2024 si stanno trasformando in pre crisi ad inizio 2025. Non solo il settore Moda è in allarme. La Camera del lavoro di Prato prima, la Cisl poi hanno detto chiaramente che serve un sussulto del territorio (Pancini Cgil) e una svolta (Franchi Cisl). I numeri sono impietosi.
Nel tessile si sono perse 80 aziende fino al settembre 2024; in calo anche la produzione: meno 8,3% nel tessile nel primo trimestre 2024 sullo stesso periodo 2023; diviso per settori il calo è stato del 5,3% nella produzione dei tessuti, del 6,3% in quella dei filati, meno 13,1% nell’abbigliamento e maglieria, meno 9,9% nella meccanica. A picco anche gli ordinativi nel raffronto primo trimestre 2024-primo trimestre 2023: nel tessile sono scesi del 5,9% verso l’estero e del 9,5% verso il mercato interno.
La giunta Bugetti è la regia del tavolo del distretto. La sindaca con l’assessora Squittieri vuol mettere in campo iniziative e continuare a fare pressing su Roma e sulla Ue. A giugno Prato sarà a Bruxelles per l’Expo del tessile riciclato, nel frattempo l’ufficio della Regione sempre nella capitale belga diventerà la seconda casa pratese per far conoscere esigenze e chiedere risorse adeguate.
"Ben vengano nuove proposte per rendere ancora più compatto e motivato il fronte delle imprese e delle istituzioni locali di fronte a questa nuova crisi e alle sfide future - sottolinea Benedetta Squittieri a fronte della richiesta di un sussulto e di una nuova governance da parte della Cgil - Abbiamo già una realtà che sta dimostrando di lavorare bene, con coesione, armonia ed efficacia, ed è il Tavolo del distretto. Il Comune ha un ruolo di coordinamento ma gioca alla pari con le categorie economiche e sociali. Ne fa parte anche la Cgil. Ogni istanza può essere portata a quel tavolo e valutata insieme"
L’assessora ribadisce che il Tavolo del distretto è il luogo deputato per coesione e lotta condivisa: "Le proposte Cgil sono sul piatto, ben venga un dibattito anche pubblico su questo. Il Tavolo di distretto coordinato dal Comune lo ha dimostrato con i 10 milioni di euro di contributo del governo Draghi. Abbiamo saputo giocare le nostre carte nell’ottenere quelle risorse, nel saper indirizzare verso settori strategici della transizione ecologica e digitale le progettazioni individuali e di sistema, nel saper spendere proficuamente fino all’ultimo centesimo che ci è stato dato". Ora Prato "sta cercando di fare breccia anche su Bruxelles dove ci siamo mossi all’unisono". Il tema della governance di distretto "con una formalizzazione è un ragionamento che non può essere portato avanti a scatti a seconda delle fasi, è un tema che esiste da sempre a Prato". Per Squittieri non bisogna concentrarsi sulla forma burocratica: "Abbiamo dimostrato di avere strumenti alternativi, ma se oggi se ne può parlare è grazie a questo grande lavoro di squadra che ha visto tutti protagonisti senza scatti in avanti o manie di protagonismo. Non è Prato il problema, ma Roma. C’è un totale disinteresse".
La sindaca Bugetti ha l’agenda piena di appunti sul distretto, spuntano post-it con numeri di telefono e numeri di provvedimenti a cui far riferimento.
"Pensare di risolvere i problemi del settore Moda solo prorogando la cassa integrazione al 30 gennaio è assolutamente miope - sottolina la sindaca - In Finanziaria non c’è nulla o quasi per noi. Ma non è solo una questione di ammortizzatori sociali o di sostegno agli investimenti. Il nostro distretto è sicuramente coinvolto dalla crisi attuale, ma per le peculiarità che lo caratterizzano, ha anche delle occasioni importantissime da portare dalla sua parte di fronte alle sfide della sostenibilità produttiva e dell’economia circolare". La parte decisiva "sta nella normativa con cui il governo nazionale recepisce le linee europee e per ora non abbiamo avuto alcun segnale positivo in questo senso. Dunque il governo deve fare di più sia sul fronte delle risorse che della definizione degli interventi normativi". Una parola in più o in meno su un decreto, può cambiare tutto per Prato, si ricorda a Palazzo comunale.
Intanto "noi andiamo avanti con le nostre battaglie e con l’idea di rafforzare la nostra presenza in Europa per affermare l’idea che il nostro distretto può essere un modello da seguire su economia circolare e produzioni sostenibili". A dicembre "abbiamo gettato le basi per ’mettere casa’ a Bruxelles grazie a un accordo con la Regione che ci ospiterà nei propri uffici. Accordo che firmeremo a giugno quando torneremo a Bruxelles per partecipare con un nostro stand all’Expo sul tessile riciclato. Non aspettiamo che il sostegno piova dal cielo. Siamo sempre in movimento, ce lo andiamo a cercare ovunque portando in dote la nostra storia e la voglia di futuro. Speriamo che anche il governo ci riconosca lo sforzo che facciamo".
La questione filiera da ristrutturare esiste. "Siamo fatti di micro e piccole imprese che continuano a investire con risorse proprie - spiega l’assessora Squittieri - Si attrezzano per il futuro. Chi vuole chiudere non investe. La filiera va sicuramente ristrutturata ma se prima non si tutela ogni suo anello, non ci sarà più nulla da riorganizzare. Dobbiamo cogliere con favore i segnali che arrivano già dal sistema delle imprese e nello stesso tempo sostenere progetti che sviluppino servizi che vadano a integrare i vari processi di filiera come ad esempio sui servizi ad alto contenuto tecnologico. Ci vogliono aiuti immediati e strategie di medio e lungo periodo per dare alle nostre imprese una prospettiva concreta che le aiuti a resistere nei momenti difficili come questo. Azioni che vanno fatte ora, in simultanea. E’ una crisi straordinaria che richiede una risposta straordinaria, ma Prato è ancora un distretto manifatturiero, c’è bisogno di politiche industriali".
Luigi Caroppo