Il futuro del tessile: "Le sfide della sostenibilità si decidono in Europa"

Marini (Confindustria) auspica un ruolo da protagonista di Prato nella stesura delle regole in materia di Ecodesign, passaporto digitale e riciclo dei prodotti.

Il futuro  del  tessile: "Le sfide della sostenibilità si decidono in Europa"

Francesco Marini, presidente della sezione Sistema Moda di Confindustria Toscana Nord, analizza i nodi ancora da sciogliere con l’Europa riguarda alla sostenibilità nella produzione tessile

Il distretto si avvia ai blocchi della ripartenza post-ferie non solo con il dilemma delle commesse che non arrivano, ma anche con una serie di questioni in sospeso con l’Europa da sciogliere. Regolamenti intorno ai quali si disegnerà il futuro aprendo la strada alle strategie per un tessile sostenibile. E in attesa di sapere (entro oggi) la quadra sul candidato italiano per un posto nella Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen, i temi aperti tra distretto ed Europa sono tanti. "Siamo ancora in una fase di strutturazione dei vari regolamenti che toccano diversi aspetti della produzione – commenta Francesco Marini, presidente della sezione Sistema Moda di Confindustria Toscana Nord – Nei prossimi giorni ci saranno delle call europee in cui sia noi che Smi (Sistema Moda Italia) continueremo a portare elementi di discussione. L’obiettivo è arrivare a stilare regole capaci di incentivare una produzione più sostenibile senza arrecare danni al sistema. Il distretto ha bisogno di regole certe per attuare politiche di investimento precise". Dunque regole certe nel segno della sostenibilità della produzione a partire dalle linee guida per l’Ecodesign, il modello economico circolare che coinvolge il processo di ideazione, progettazione, vendita e smaltimento di un prodotto. "All’Ecodesign si aggiungono le norme per l’Epr, la responsabilità estesa del produttore che incoraggia le aziende a progettare prodotti più riciclabili e a seguire processi di fabbricazione più sostenibili – afferma – Prato sul tema del riciclo fa la parte del leone ed è importante portare in Europa la nostra esperienza con più numeri e dettagli possibili". Secondo Marini ci deve essere un "dialogo diretto tra l’Europa ed i distretti come il nostro che si dovrà confrontare con l’introduzione del passaporto digitale dei prodotti entro il 2030". Tra le richieste verso l’EU spicca la necessità di "incentivare il riciclo con qualche politica di defiscalizzazione o di Iva agevolata sui prodotti riciclati che consenta di creare un mercato". C’è poi il core business del distretto rappresentato dalla lana. "Quando si fanno standard di misurazione della sostenibilità si devono usare metodi diversi per tipo di fibra, altrimenti la lana riciclata rischia di essere penalizzata rispetto ad altre fibre. Altra incentivazione riguarda le aggregazioni e la transizione digitale".

Sara Bessi