
C’era, e forse tornerà a esserci, un luogo che riuniva in sé divertimento e seduzione, un posto di grande fascinazione e crocevia di incontri, allegria e aggregazione: la discoteca. Prima ancora che le maglie dell’emergenza sanitaria si stringessero intorno a questo spazio l’artista Jacopo Miliani ha concepito una ricerca articolata e pervasiva su linguaggio del corpo, sul ballo, sui luoghi comunitari e sulla performatività del sé, sfociata nella mostra "La discoteca", appunto, dal 10 settembre al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, a cura di Elisa Del Prete e Silvia Litardi| NOS Visual Arts Production.
La personale di Jacopo Miliani, artista italiano di respiro internazionale, raccoglie una grande installazione ambientale audio-video che comprende la proiezione del film omonimo, di cui ha curato sceneggiatura e regia, una pubblicazione monografica e la scultura luminosa al neon "Babilonia", insegna della discoteca immaginaria in cui è ambientato il film. Conclusa la mostra l’opera entrerà a far parte della collezione permanente del Pecci. Con "La discoteca" Jacopo Miliani (Firenze 1979), ha vinto l’ottava edizione di Italian Council, programma di promozione dell’arte contemporanea italiana nel mondo del Ministero della cultura (MiC).
A metà tra fiction e archivio, la trama del film d’artista si snoda in un futuro distopico in cui la discoteca ha perso la sua funzione aggregativa ed è stata convertita in uno spazio per rituali organizzati di coppia, freddi e ordinati momenti di danza per la procreazione. L’autore la immagina come luogo privo di divertimento, imprevisti o scoperta dell’altro, le emozioni sono represse, così come ogni ricordo musicale è controllato e velocemente rimosso.
In questo mondo spettrale Sylvester (Eva Robin’s) reginatiranna del Babilonia, accompagnata da altri abitanti (Anna Amadori, Charlie Bianchetti, Kenjii Benjii e Alex Paniz), accoglie Didi (Eugenia Delbue) ed Ermes (Pietro Turano), due giovani antieroi che daranno vita a una sorprendente trasformazione.
F.T.