Fu Alessandro Vezzosi (foto) a interessarsi per primo a Bacchereto: seguendo le tracce di Leonardo e della sua famiglia, nel ’73 segnalò all’allora soprintendente alle antichità d’Etruria, Guglielmo Maetzke, ritrovamenti archeologici in prossimità di Bacchereto e a Pietramarina. Il centro storico era allora assai più circoscritto e non vi erano segnali delle antiche attività ceramiche. Sempre nel ’73 Giuliano Cora pubblicava un’opera fondamentale per la conoscenza della ceramica di Bacchereto: "Storia della maiolica di Firenze e del contado. Secoli XIV e XV". Sono passati più di 50 anni. "Quella che era stata ignorata quasi fosse una leggenda è oggi una verità accertata – scrive Vezzosi –: dai documenti d’archivio, alle maioliche nei musei di Londra e San Pietroburgo, agli innumerevoli frammenti di maioliche recuperati ed esposti prima nel Museo di Artimino e ora nell’Antiquarium della Pieve di Santa Maria di Bacchereto".
CronacaIl genio di Vinci e le ricerche di Vezzosi