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La Guardia di finanza ha seguito le indagini coordinate dalla procura spezzina
Associazione per delinquere finalizzata all’emissione di fatture false e alla commissione di reati tributari. La Procura della Spezia tira dritto e, a pochi mesi dal blitz che aveva portato la Guardia di finanza a sequestrare ingenti somme di denaro tra Liguria, Toscana ed Emilia, chiude la maxi inchiesta mettendo nel mirino ventiquattro persone, fra cui quattro cinesi residenti a Prato.
L’indagine, condotta sul campo dal Nucleo di polizia economico finanziaria guidata dal maggiore Andrea De Gennaro, aveva smascherato una presunta rete capace di dare vita nell’arco di pochissimi anni, dal 2022 al 2024, a un giro di false fatture per quasi 18 milioni di euro, utilizzando numerose società – alcune delle quali cartiere, scatole vuote affidate a prestanomi e utilizzate solo per creare contabilità fittizia – con l’obiettivo di consentire l’evasione dell’Iva e del reddito. Uno schema che nel distretto parallelo pratese è ben conosciuto, utilizzato da anni da imprenditori cinesi che usano le aziende fantasma per compiere i loro traffici e sparire agli occhi del fisco. Le menti dell’organizzazione, questa volta, però, erano due italiani.
Quella di La Spezia era una ramificazione interregionale che, secondo la Procura, aveva negli imprenditori Yuri Fergemberger, 41enne residente a Rapallo (assistito dagli avvocati Pasquale Iodice e Silvia Rossi), e Paolo Spadoni, 54enne spezzino (difeso da Pasquale Iodice e Andrea Corradino) i principali promotori. Gli altri imprenditori finiti nella rete delle indagini sono gli spezzini Massimiliano Luppi, Alessandro Barbolini, Maurizio Scala, Dino Mencarelli, Luciano Mainoldi; Gianfranco Addamiano di Reggio Emilia, Tommaso Colonna di Fiorano Modenese, Silvano Ferrari e Denis Adamo residenti a Pavia, gli imperiesi Michele Polieri e Rinaldo Dubois, l’empolese (ma residente a Rapallo) Edoardo Boldrini, il milanese Franco Eugenio Spagarino, il romeno Mihai Dorin Diaconescu, il rapallino Luca Fergemberger, il marocchino Nawal Moughia, il trentino Andra Sauda, il ferrarese Luca Covezzi, e quattro cinesi residenti a Prato, ovvero Yewey Deng, Wu Zhang, Shengyan Deng e Qiuzhao Deng.
Gli indagati avranno ora venti giorni di tempo per presentare memorie e farsi interrogare. Nell’ambito dell’inchiesta, a seguito dei due provvedimenti del giudice per le indagini preliminari, i finanzieri spezzini hanno messo a segno sequestri preventivi per equivalente di denaro e beni per un valore complessivo che supera i 2,2 milioni di euro.
Per alcuni imprenditori era scattato anche il divieto di esercitare attività professionali e aziendali per un anno.
Matteo Marcello