"Il Grande Cuore di Prato Salva una Bambina di Tre Anni"

La città di Prato ha mostrato grande solidarietà salvando una bambina di tre anni e traghettando in salvo altre persone. Tuttavia, alcune famiglie si sono sentite abbandonate e isolate dall'emergenza.

Il grande cuore della città ha permesso di salvare una bambina di tre anni. La piccola, che ha necessità di essere sempre assistita da macchinari salvavita, era in pericolo. L’elettricità che è venuta a mancare da giovedì sera in quasi tutta la zona di Montemurlo stava mettendo in pericolo la sua sopravvivenza. Con una catena umana gli uomini della Protezione civile comunale sono saliti al quarto piano di una palazzina di Oste, andata completamente allagata e percorribile solo a bordo di mezzi anfibi, hanno caricato la piccola tra le braccia e l’hanno portata in salvo nel salone della Misericordia di Montemurlo dove nella tarda mattinata di ieri era tornata l’energia elettrica. La piccola di tre anni sta bene, è insieme ai genitori che possono accudirla, se pur in una situazione di emergenza.

Anche i carabinieri di Iolo hanno tratto in salvo un bambino molto piccolo con la sua famiglia, rimasti bloccati nella casa alluvionata.

Sono invece ore di apprensione per un anziano di 82 anni scomparso da giovedì sera. La sua auto è stata trovata dai carabinieri a chilometri di distanza dall’abitazione, in un fosso a Galciana. Dell’uomo non ci sono tracce, mentre proseguono le ricerche.

Sono ore frenetiche. Le emergenze si rincorrono, tante le persone raggiunte dalla protezione civile per la consegna di farmaci salvavita. Un lavoro immane che però ha lasciato anche molti con l’amaro in bocca. "È da giovedì che stiamo chiamando per chiedere aiuto, ma non risponde nessuno. Stiamo togliendo acqua a mani nude, non abbiamo elettricità né niente per bere e mangiare, ci sentiamo soli". Lucia Torrrini, non risparmia critiche: "Non è venuto nessuno, sono quasi 24 ore che non abbiamo risposte". A protestare sono le famiglie che abitano in via Pistoiese all’altezza del civico 600 dove l’acqua è entrata nella abitazioni e negli scantinati.

Rabbia e frustrazione, il giorno dopo la tragedia che ha piegato la provincia di Prato devastata dal ciclone Ciaran. Sono arrabbiati i cittadini di Bagnolo, così come quelli di Figline. "Non si è visto nessuno ma è possibile?", dice Mauro, con il fango fino alle ginocchia. Tanti volontari, persone comuni, amici e parenti, ma chi è stato colpito negli affetti si è sentito isolato, lasciato solo in balia di una tempesta che è entrata nell’intimità delle abitazioni, distruggendo i ricordi di una vita. "La pioggia ha spazzato via un muro alto due metri che aveva resistito all’alluvione del 1966, abbiamo chiamato chiunque ma non risponde nessuno", aggiunge Silvia da via del Fosso di Iolo. Le fa eco Stefano Rosati: "Il torrente è entrato in casa e da giovedì sera non è venuto nessuno, avevamo bisogno di acqua per i nostri figli, non ci è stata portata nemmeno una bottiglia. Non è possibile".

Silvia Bini